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60 anni di Statuto Siciliano

Ma quanti ce ne siamo goduti realmente?

Il 15 Maggio 1946 un decreto reale promulga la legge riguardante l’autonomia siciliana. Il 26 Febbraio 1948, l’assemblea costituente converte in legge costituzionale lo statuto della Sicilia, secondo le disposizioni dell’articolo 116 della costituzione italiana, il quale riconosce particolari forme di autonomia a cinque regioni italiane, tra cui appunto la Sicilia. Sono passati più di 60 anni da allora, ma tante sono state le beffe che la nostra amata terra e noi stessi siciliani abbiamo dovuto patire. A causa di governi regionali impotenti e privi di senso di difesa, troppo spesso soggiogati, per portare avanti i propri interessi, alla volontà del governo centrale di turno; siamo stati costretti a subire torti, privazioni e lesioni dei nostri diritti. Per capire in fondo dove sta il nocciolo della beffa ci limiteremo ad analizzare tre tra gli articoli, che nel corso degli anni, sono stati bistrattati in assoluto, per un susseguirsi di norme incostituzionali decretate dalla Corte Costituzionale stessa. Art. 14: “L’Assemblea regionale ha la legislazione esclusiva sulle seguenti materie: Produzione elettrica, petrolio, metano, Sali potassici, turismo, istruzione,[….].Già si nota come effettivamente la nostra autonomia è decisamente lesa. Sulle materie elencate dallo stesso articolo troviamo delle discrepanze tangibili: abbiamo i prezzi uguali se no tra i più alti d’Italia e d’Europa sia per quanto riguarda la luce e la benzina, nonostante le miriade di industrie petrolchimiche che raffinano il greggio a discapito del nostro panorama ambientale e salutistico. E’ venuto facile scegliere la Sicilia come discarica pubblica dei fumi e delle sostanze nocive! Art. 27: la Corte Costituzionale lo ha dichiarato illegittimo con un atto incostituzionale del 1970. Attraverso questo articolo “l’Assemblea regionale poteva formulare delle accuse e/o dei giudizi per i reati compiuti dal Presidente e dagli assessori regionali, nell’esercizio delle loro funzioni”. Adesso, sarà un commissario di stato a formulare dei giudizi, scavalcando l’Assemblea regionale, proponendosi anche in mancanza di accuse formali da parte di quest’ultima.

Infine l’art. 43: la Corte Costituzionale, con l’ennesimo atto incostituzionale del 1957 ha assorbito la funzione paritetica fra Sicilia e Stato italiano. Funzione sancita sin dalla nascita dello statuto dall’articolo, grazie alla quale “una commissione paritetica formata da quattro membri, nominati dall’ Alto commissario della Sicilia e dal governo dello stato, determinava le norme transitorie relative al passaggio degli uffici e del personale dallo stato alla regione, nonché le norme per l’attuazione dello stesso statuto siciliano. Questo intervento, più di tutti, mostra un’intenzione di impedire allo statuto la sua stessa autonomia nel trattare delle leggi o comunque controllare in maniera illegittima il legislatore, limitandone le potenzialità. Come si può desumere, da queste considerazioni, la situazione non è delle migliori, si è ancora alla ricerca di un governo regionale stabile e forte, che riesca, una volta per tutte, a valorizzare i nostri diritti, di tutti i siciliani per intenderci! Noi tutti dobbiamo svegliarci, in primis, dal torpore in cui siamo penetrati da parecchio tempo e reagire a questo “isolamento istituzionale”, in cui l’Italia stessa, di cui facciamo parte, ci ha relegato da molti anni.

GIROLAMO FERLITO