Pubblicato il: 17 Novembre, 2008

Italia: è ritorno al fascismo?

Non basta il sangue che scorre sulle piazze di ogni città o paese, le corone di alloro del Milite ignoto, il 25 aprile di ogni anno. Non bastano neanche le parole del Presidente della Repubblica, le pellicole cinematografiche di qualche film neorealista, né i documentari “luce”. Ancora oggi esiste e si pronuncia la parola fascismo. Essa non è stata abrogata né dalle menti né dagli scritti, non teme il confronto delle coscienze e rimane in piedi per ricordare gli orrori e soprattutto gli errori commessi in passato. Il passato prova a riaffiorare e mischiarsi al futuro come nel peggiore degli incubi? Oppure si tratta delle solite paranoie antifasciste che hanno caratterizzato chiunque subito dopo la caduta del regime? O ancora è puro allarmismo paranoico? I segnali che emergono non sono tranquillizzanti. Molte similitudini sono palesi nel governo attuale e alcuni partiti della coalizione, più di altri, sembrano mostrarsi come il manifesto di un vigore ritrovato e di un rinnovamento dal colore “nero” scuro, seppur la tonalità che ne rappresenta il vessillo è tutt’altro che scura. La prima regola è trovare “un capro espiatorio” per convincere tutti che sia la panacea di ogni problema, che estirparlo alla radice risolva ogni situazione ambigua; spruzzando il tutto con l’arrogante presunzione di essere il popolo migliore. Ogni giorno riaffiora la “caccia allo straniero”. Per il regime lo straniero era l’ebreo, per la “Lega Nord” e la Maggioranza, chiunque approdi nel nostro paese in cerca di un “disperato” rifugio. C’è bisogno dunque di istituzionalizzare l’errore per renderlo diritto. Non passano di certo inosservate le leggi ad personam, i compromessi, le ingerenze della politica nella Magistratura, nel giornalismo, in TV. Tutti inequivocabili testimoni di un ritorno al passato, un riproporre l’antico vestendolo a nuovo, giocando sulla semantica, sulle “battutacce” da cabaret, per poi riproporre lo stesso gioco stantio. Le condizioni storiche dell’Italia sono quelle giuste: un paese allo sbando da prendere per mano, un popolo da offuscare con “panem et circenses”, a cui non dispiace vivere nel mondo delle favole e far finta di credere che tutto vada bene. Gli ingredienti ci sono tutti, basta saperli mescolare e trovare, semmai ce ne fosse bisogno, un pizzico di modernità tanto per non far storcere il naso alle poche menti pensanti ancora in circolazione. Tanto per non scadere nella retorica qui di seguito si traccia un percorso che sottolinea le similitudini tra il regime del Duce e il tentativo di pesudo-assolutismo portato avanti dal Cavaliere:

  • Editto Bulgaro Berlusconi sale al potere come Premier nel suo terzo mandato dopo il fallimentare ping pong della sinistra, prima con Prodi, poi con D’Alema e infine con un governo provvisorio che porta il paese alle elezioni. Il primo compito del Cavaliere è stato quello di “tappare” la bocca ai nemici. Così combinare una vera e propria rivoluzione in Rai facendo cacciare Luttazzi, Santoro e infine Biagi, quest’ultimo reo di aver dato la parola ai “nemici del Cavaliere” durante la trasmissione “Il fatto”. Limitazione palese del diritto alla parola e il diritto di stampa sanciti dalla Costituzione. Da qui una serie di dichiarazioni al limite del paradossale dove Berlusconi si sente vittima di complotti e raggiri da parte del mondo giornalistico e della Magistratura rea di essere mossa da fini politici piuttosto che giuridici. Benito Mussolini ottenuta la maggioranza di governo e successivamente la carica di Duce come prima manovra costringe alla chiusura tutte le testate giornalistiche accusate di “remare” contro il governo e quindi contro la stabilità del paese. Scioglie i sindacati e adotta un metodo già visto durante l’Impero Romano e precisamente sotto la guida di Giulio Cesare. Manifesto politico di allora il De Bellum Gallicum, unico scritto di natura informativa a favore dell’Imperatore inteso ad esaltarne le gesta militari. Un esempio lo abbiamo anche oggi con Libero diretto da Vittorio Feltri.
  • Leggi ad personam e ingerenza della politica nella sfera giuridica Il lodo Alfano è solo un esempio delle intenzioni di Berlusconi e dell’attuale maggioranza. In un paese in grave crisi di identità, con la disoccupazione ai massimi storici, l’inflazione alle stelle, lo strapotere del clientelismo ai danni della meritocrazia, si sentiva davvero il bisogno di provvedere all’immunità per le maggiori cariche dello Stato? Oppure ci sono degli intenti diversi che tendono alla salvaguardia di uno Status quo che possa agire indisturbato nella promulgazione di leggi che instaurino una qualche sorta di protettorato? L’intera Magistratura è messa sotto assedio da emissari del Governo e dalle parole dello stesso Premier che ormai grida al complotto per ogni soffio di vento. Mussolini durante il regime cancellò la Magistratura attirando a sé qualunque potere decisionale.
  • Caccia allo straniero Insurrezioni popolari da tutti i lati, mosse da campagne destabilizzanti di certa stampa, mossi dalla Malavita organizzata e dall’indifferenza del Governo che anzi delle volte si è fatto promotore inconsapevole della “caccia allo straniero”. Impronte digitali per i cittadini rumeni, compresi i bambini, arresto per i clandestini (provvedimento poi bocciato dalla Commissione Europea). Tutto mosso da una serie di luoghi comuni incredibili e dalla necessità di convincersi che prima non esistevano gli stupri, le morti per strada a causa della droga e dell’alcol, delle risse, del traffico di stupefacenti, della prostituzione, dei furti. Delitti e crimini da imputare allo straniero di turno sia esso proveniente dall’Africa, dai paesi dell’est, ecc. Un Governo che tende a sminuire gli atti compiuti da sorte di “squadriglie” neofasciste che manganellano a destra e a manca etichettando il colore della pelle, le differenze di sesso e creando confusione e sovversione. Mussolini appoggiò, nel suo criminale patto con la Germania Nazista di Hitler, le leggi sull’antisemitismo. Vietò agli ebrei ogni tipo di aggregazione, di libero commercio, perfino di frequentare le scuole. Adesso si è quasi impassibili agli atteggiamenti anacronistici della Lega Nord che impone reclutamenti su base regionale (unico caso del pianeta terra), che vuole creare classi separate per i portatori di handicap e per gli extracomunitari.
  • Esercito per le stradeNon si aveva un provvedimento del genere dai “Vespri siciliani” degli anni ’90 che fu l’unico caso analogo anche se riguardante una zona del paese piuttosto che tutto il territorio nazionale. Per trovare una situazione simile bisogna tornare proprio agli anni del fascismo, quando nel ’30 Benito Mussolini istituì le Squadre Fasciste per imporre delle vere e proprie ronde e delle spedizioni punitive per i “nemici” del Regime.
  • Rafforzamento del potere della Chiesa Cattolica Ultimo ma non certo per importanza non si può trascurare come l’ingerenza del potere Vaticano oggi più di ieri sia presente sulla sfera sociale e istituzionale. Ancora più forte è il rivendicare i celebri “Patti Lateranensi”, del periodo fascista. A parte gli intenti palesi della Chiesa di intervenire sulla legislazione con suggerimenti che hanno il sapore di imposizioni, immancabili i proclami del Santo Pontefice che scoraggia i “buoni” cristiani a votare per leggi contro la morale. Gli insegnanti di religione intoccabili nonostante i forti tagli che verranno imposti dal Decreto Gelmini; la presenza pregnante in ogni decisione del Governo contro omosessuali, eutanasia, dico, procreazione artificiale, clonazione, ecc. Un ritorno al passato molto forte nella collaborazione Governo-Chiesa.

Bisogna leggere questi segnali con occhi lucidi e soprattutto obiettivi. Si possono scegliere diverse strade: far finta di niente oppure cercare la verità, con l’istruzione, scrollandosi di dosso certi pregiudizi, cessando di considerarsi depositari della verità assoluta e soprattutto non sperare che quello che propina la TV sia la Bibbia per le menti pigre e vogliose di essere guidate. Francis Bacon tra il XVI e il XVII secolo, anticipando il metodo di Galileo Galilei, pronunciò una frase memorabile: sapere è potere.

 

Girolamo Ferlito

Displaying 10 Commenti
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  1. Filippo Boldrino ha detto:

    Gentil Sign. Cioli alcune precisazioni in merito alla Sua ultima lettera.
    1)I “delitti delle frangie comuniste della Resistenza” non hanno riguardato solo
    fascisti o supposti tali, ma anche oppositori politici democratici come l’ormai
    copiosa documentazione storica dimostra.Inoltre in uno stato democratico sono
    i tribunali e non privati cittadini a perseguire e punire i reati.
    2)Secondo chi ha voluto e vuole tuttora coprire per motivi ideologici i misfatti in oggetto non è esistito e mai esisterà momento opportuno per discuterne con
    onestà intellettuale,prescindendo da mitizzazioni della Resistenza che deformano la realtà.
    3)Io non “odio” Bocca come Lei dimostra di odiare Pansa, ma mi rattrista vedere
    un grande giornalista e scrittore preda del più retrivo conformismo Resistenziale
    e di un’anti Fenoglismo echeggianti i sistemi di demolizione della personalita
    di “comunistica” memoria.
    In conclusione il Suo viscerale antipansimo molto diffuso dimostra che a più di
    60 anni dagli eventi molti non riescono ancora a guardare in modo non ideologi
    co a quel periodo e addirittura si stravolge la realta parlando di “fascismo(peggiorato) rinascente”.
    Cordiali saluti

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  2. PAOLO CIOLI ha detto:

    Gent Sig Boldrino, cambiare parere su tutto, anche su opinionisti e scrittori è legittimissimo ed umano. A Lei non piace più Bocca; a me non è mai piaciuto Pansa . Lei trova encomiabile che un’anziano giornalista ,che si spacciava per filocomunista ai tempi di Berlinguer, in tempi di” mercatocrazia” e “plutocrazia” presiediata dai parafascisti si sia messo a fare il Diogene sugli albori della Repubblica . Quanto a dire a scovare i delitti (in parte anche reali )delle frange comuniste della Resistenza a danno delle famiglie italiane repubblichine, cioè filonaziste? E ce lo viene a raccontare adesso: a comunismo morto e sepolto, fascismo (peggiorato)rinascente , resistenzia messo nel mirino e tacciata come un ‘immonda retorica che ha fatto la fortuna di alcuni illustri intellettuali negli anni dell’arco costituzionale .Il da lei odiato Bocca dice, che Pansa viene fuori con “questa robaccia” in un momento storico che il meno opportuno da settanta anni. Tutto il resto sono pareri, bisogni di visibilità , necessità di uscire dai coni d’ombra della storia.
    E non da ultimo , l’opportunismio . L’eterno italico trasformismo opportunistico.
    Paolo Cioli

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  3. Filippo Boldrino ha detto:

    Mi chiamo Boldrino e non Bultrino. Con il tempo e un maggior approfondimento
    si possono anche rivedere le proprie opinioni. In passato anch’io stimavo,anzi esaltavo Bocca, quando non era conformista e intollerante verso chi cercava di
    vedere non solo le luci, ma anche le ombre del movimento partigiano. A scanso di equivoci io sto con la resistenza, ma quella vera, fatta dagli uomini che non
    sono perfetti, non quella retorica e demagogica contro cui combatte Pansa e
    combatteva Fenoglio. Per quanto riguarda Rigoni Stern io non ho espresso il
    giudizio negativo che mi attribuisce il signor P.Cioli. e non lo apparenterei a Bocca, essendo diversi. Inoltre ritengo , come molti altri, B. Fenoglio certamente
    uno scrittore di maggior spessore di Bocca ,che narra la Resistenza reale,non
    quella che si vorrebbe fosse stata.
    Filippo Boldrino

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  4. PAOLO CIOLI ha detto:

    Lei Sig Buldrino non demonizza nessuno, di quelli che sente dalla sua parte. Ad ogni condensato conformista antiberlusconiano e antipansiano corrisponde un revisionismo ad acta, confacente ai tempi che corrono. Pansa e Fenoglio si, Bocca, e Rigoni Stern no. A parte la differenza, enorme per spessore letterario e l’introspezione storica fra queste due coppie di Autori, vorrei che Lei mi spiegasse perchè il Sig Pansa ha impiegato 60 anni per ricevere l’illuminazione storica sulla Resistenza, e sui primi anni di Democrazia. Indro Montanelli sulla Resistenza ha sparato a zero fin dai tempi non sospetti della “retoricaresistenziale”. Michele Serra ha giustificato Pansa dicendo:”è un intellettuale onesto ma ingenuo…si è lasciato strumentalizzare. Io guardando il suo viso da lupo ,eternamente improntato ad un ghigno sardonico, non ne sarei convinto. C’è del metodo. Paolo Cioli

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  5. Filippo B. ha detto:

    L’articolo di P.Cioli è un concentrato di conformismo spocchioso antiberlusconi
    ano e antipansista.
    Pericolo totalitaristico. Una “sciocchezza” secondo l’editore Carlo De Benedetti
    avversario DOC del cavalliere, i cui giornali sono un lampante esempio di stampa non imbavagliata. Evidentemente la berlusconi- mania altera la visione della realtà.
    Pansa demolitore della resistenza. Un’altra “sciocchezza” in quanto Pansa non
    demolisce la resistenza, ma sulla scorta di documenti verificabili,descrive gli eccessi di cui sono stati responsabili solo i partigiani comunisti ,che inneggiava
    no a quel campione di democrazia che fu Stalin. Nel cosidetto “triangolo rosso” emiliano e in vari altri luoghi vennero massacrati ferocemente e fatti sparire i cadaveri non solo di ex fascisti,ma anche di oppositori politici e partigiani non comunisti, con buona pace del signor Celi. Viene il sospetto che tale signore non abbia letto i libri di Pansa.
    Giorgio Bocca. In gioventù fascista e autore di scritti antiebraici, repentinamente
    convertistosi alla causa partigiana, recentemente demolitore dello scrittore che
    veramente è il simbolo della letteratura resitenziale, Beppe Fenoglio, è diventato una delle massime espressioni dell’integralismo e della retorica resistenziale.
    Io, a differenza del signor Celli, ho letto sia i libri di Pansa, sia quelli di Bocca e anche quelli di Fenoglio, ma non demonizzo nessuno.
    Flippo Boldrino, Milano

    .

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  6. Paolo Cioli ha detto:

    Il pericolo totalitaristico , la sottomissione ad un uomo che con i larghi consensi popolari vuol fare strame di ogni mezzo di controllo delòla democrazi, è talmente reale che anche gli intellettuali , giornalisti e scrittori , fino a poco fa affidabili, si son messi a rincorrere ed omaggiare il carro del vincitore. Uno , il principale è Pansa, a cui, chissà perchè, é venuta l’ispirazione storica di demolire la resistenza e i fondamentali della Repubblica, riesumando vecchie storie di rappresaglie contri gli ex gerarchi e gli ex combattenti a fianco della Germania nazista., per rinfrancare il pericolo storico che viviamo (vedi Gentilini e altri).

    All’intervistatore che gli chiedeva:”Lei da che parte sta?” , rispondeva :”della resistenza liberale. Non di chi da balilla del duce mi voleva trasformare in balilla di Stalin. Ma che analisi storica, che introspezione ! come dire: il mondo va verso l’autoritarismo di mercato e io gli do una mano, così vendo bene! mi venisse un accidente se coprerò il suo ultimo libro. Ne ho già dimenticato anche il titolo, ma di Bocca li ho tutti : quarantuno !

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  7. Paolo Cioli ha detto:

    C’è un rebuffo di vento fascinazista ,trasversale a quanto resta delle classi sociali ed economiche. Irrrazionale, antistorico, teatrale ma coinvolgente. L’informazione allineata con il potere lo ignora :” giovani , operai, disoccupati che non vogliono rinunciare a recitare il loro sogno autoritario, niente di più ; non costituiscono un pericolo per la Democrazia , non hanno un vero progetto.” Ma il grande vegliardo del giornalismo, Giorgio Bocca , ricorda:” nemmeno la marcia su Roma e le leggi speciali erano state progettate…. “. E’ chiaro che il potentato economico che ci governa con il suo esercito di servi-informatori, ossequiosi solo al libero mercato, cioè al padrone tendono a minimizzare, sperano che ciò realizzi , forse no il fascismo, ma sicuramente l’autoritarismo, che compreme ogni forma di controllo e di vera informazione. Le contumelie all’indirizzo di Bocca e dei pochissimi altri che hanno la capacità di cogliere i segni del mutamento sociale, e il coraggio di svilupparli ed esporli ne sono la testimonianza. Tenga duro, ancora per molto, Giorgio Bocca.

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  8. Marco ha detto:

    Ormai sembra chiaro a tutti: siamo in piena regressione.
    Se le ronde sono legalizzate e forza nuova è finanziata dallo stato, manca poco;
    aspetto la marcia su arcore del cavalier Silvio. Per chi sostiene che la storia sia strumentalizzata allora provi ad aprire un libro di storia, o anche quelli sono stati scritti dai comunisti?

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  9. fil ha detto:

    Quanta demagogia e strumentalizzazione della storia! Dire che in italia è minacciata la libertà quando Berlusconi viene continuamente demonizzato e
    gli oppositori attaccano indisturbati il governo è dire delle sciocchezze. Tale
    atteggiamento è emblematico di quella che Giovanni Sartori definisce “la
    sconnessa brodaglia del <> …nella quale anche il
    semplice buon senso brilla per la sua assenza”

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  10. giusy ha detto:

    Interessante editoriale. Sono daccordo sul fatto che il fenomeno sta dilagando in modo impressionante e me ne accorgo personalmente nel mio paese: graffiti con svastiche che imbrattano i muri, razzismo crescente, inni obosleti che spuntano fuori dalle suonerie dei cellulari…Giorgio Bocca, nella consueta pagina sull’Espresso (del 20 novembre) intitolata significativamente “L’Antitaliano” ne parla. E per “sfortuna” non è il solo quindi ad avere notato quella che io chiamerei “emergenza”.

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