Pubblicato il: 19 Ottobre, 2010

Acquisire le giuste informazioni oggi per educare ad amare domani

Intervista a Giovanna Anzaldo, volontaria, da dieci anni, per l’associazione animalista L.I.D.A. che nel 2005 ha cambiato nome con P.A.C.E per avere una maggiore autonomia decisionale.

Perché hai scelto di fare volontariato? Raccontaci in breve la tua “iniziazione”.

Circondata dalle persone del paese che criticavano chi dava da mangiare ai cani e ai gatti randagi, sono stata fortunata ad incontrare un gruppo di persone che avevano a cuore il problema del randagismo; così fui felicissima di poter dare una mano anch’io. Purtroppo comprendemmo presto a nostre spese che il problema era più grande e difficile da gestire: fummo sommersi da richieste di aiuto e segnalazioni. Per far fronte alle tante emergenze presenti nel territorio, chiedemmo in prestito un terreno in campagna, dove costruimmo dei box per i cani bisognosi d’aiuto. Naturalmente questo fu l’errore più grande: in un paese senza canile comunale, Lentini, nel momento in cui la gente capì che alcune persone si stavano occupando dei cani randagi, iniziarono a lasciarci davanti il cancello intere cucciolate e cani malati. Attualmente abbiamo un centinaio di cani. Siamo stati costretti ad autotassarci per comprare il cibo e le medicine; solo l’amministrazione di Mangiameli si è mostrata sensibile al problema e ha concesso fondi per i croccantini, per la sterilizzazione dei cani e dei gatti randagi e per la costituzione dell’anagrafe canina. Ogni giorno abbiamo dei turni per dare da mangiare ai cani nel nostro rifugio, molti di questi fanno delle terapie perché malati di leishmaniosi. Inoltre le medicine dobbiamo comprarle con i nostri soldi o con quelli delle offerte: ogni settimana andiamo nei mercati e nei centri commerciali con il banchetto e i cuccioli per trovare loro dei padroni gentili e amorevoli. Personalmente sono stanchissima. La speranza è che venga costruito un vero canile comunale, non un lager, noi amiamo i nostri cani ma loro si meritano qualcosa di meglio.

Quindi la tua esistenza è piena di quest’impegno. Hai un lavoro? Come riesci a gestire la tua vita personale?

Ho fatto piccoli lavori in giro e vado all’università, per cui ho potuto dedicarmi a questa attività. Certo, non appena avrò un lavoro e vivrò da sola non potrò più farlo. Ho la fortuna di avere una famiglia e un ragazzo che mi appoggiano economicamente e moralmente, ma spesso mi hanno rimproverato di aver dedicato troppo tempo agli animali e non hanno tutti i torti.

Ormai su youtube e non solo, è possibile vedere agghiaccianti video di maltrattamenti crudeli e gratuiti nei confronti di cani e gatti. Molte persone si sentono impotenti quando li guardano. Lottare contro l’ignoranza e la cattiveria dell’uomo non è come lottare contro i mulini a vento?
Tu ti occupi di cani e gatti, nel mondo migliaia di persone si occupano anche di giri più grandi e pericolosi: balene, foche, coccodrilli e tantissime altre specie minacciate dall’uomo. Tu che vivi giorno dopo giorno questa piccola grande realtà, come pensi si possano cancellare certi terribili problemi? E’ sufficiente non comprare le pellicce? Non frequentare zoo e acquari? Cosa può fare ogni singola persona se la maggior parte della gente è del tutto indifferente a queste tematiche?

Rispetto a tanti anni fa la gente è più sensibile grazie alle notizie, ai documentari, ai video che circolano in televisione e in rete. “L’informazione è l’arma migliore”. Ogni persona che oggi acquisisce le giuste informazioni, sarà una persona migliore che educherà i propri figli a rispettare ogni forma di vita. L’educazione della famiglia sta alla base di ogni nostro comportamento.

Il Comune e le istituzioni non fanno qualcosa per aiutarvi?

Attualmente il nostro Comune ci fornisce l’alimentazione per i cani e la sterilizzazione degli animali randagi. In verità, come dicevo prima, dovrebbe far costruire un canile: se ne parla da diversi anni, le intenzioni sembrano esserci, il terreno è già stato scelto, ma ancora non è stato fatto niente di concreto. Devono sbrigarsi, noi fino ad ora ci siamo addossati la cura dei cani del nostro rifugio ma è tutto molto precario ed è necessaria una continua manutenzione dei box e delle cucce: non è facile, siamo quasi tutte ragazze e non numerose. Il canile, se un giorno si farà, non dovrà essere concepito come un lager dove rinchiudere e seppellire i cani randagi, ma semplicemente come un luogo dove tenere temporaneamente i cani malati o da sterilizzare. Ogni cane randagio, dopo le cure, dovrà essere reinserito nel territorio; solo i cani pericolosi devono essere tenuti in gabbia. La libertà è la cosa più bella e i cani di quartiere ne sono la prova. A Lentini ce ne sono molti, hanno la nostra medaglietta con i numeri di telefono e la gente ha imparato ad amarli e a rispettarli.

Quindi, per fortuna capita anche l’happy ending, qualche volta. Una storia in particolare da raccontarci?

Il cane più famoso di Lentini si chiamava Gaetano, un meticcio di pastore tedesco che è riuscito a farsi amare da tutti. Gaetano partecipava a tutte le attività del paese: consigli comunali, messe, matrimoni, funerali, la festa del santo patrono del paese. Adesso è morto e stanno preparando il calco della statua che faremo in suo onore.

Elena Minissale

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