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Agricoltura siciliana al bivio: parla Giovanni La Via

Concentrazione produttiva o declino. E’ questa l’alternativa che Giovanni La Via, deputato europeo del PDL, intravede per l’agricoltura in Sicilia. La Via è professore Ordinario di Economia e Gestione dell’impresa agroindustriale. Sull’argomento vanta decine di pubblicazioni, e quando pronunciamo la parola ‘agricoltura’, il suo viso dai tratti pacati s’illumina.

On. La Via,

L’export siciliano langue. I prodotti arrancano anche sul mercato interno: è solo un problema di promozione?

Il nostro sistema agroalimentare non è competitivo a causa delle ridotte dimensioni d’impresa. La piccola dimensione non consente economia di scala: così è difficile far fronte alla domanda concentrata che effettua la grande distribuzione. Per questo stiamo puntando sulla formazione dei consorzi di tutela e sul riconoscimento dei prodotti a marchio DOP e IGP.

Vi sono limiti culturali che ostacolano l’ammodernamento delle imprese?

Solo un esempio: quando da Assessore regionale ho riunito i rappresentati delle cantine sociali vinicole, ho potuto riscontrare come il loro management fosse spesso composto da ragionieri. Rispetto questa categoria, ma servirebbero competenze linguistiche, commerciali e di marketing che molte imprese non possiedono. Solo queste risorse, accanto a un impegno delle istituzioni che consenta alle imprese di consorziarsi, possono rendere competitivo il settore.

Da Assessore regionale all’Agricoltura, ha gestito l’attuazione del “Programma per lo Sviluppo Rurale”. E’ possibile tracciare un bilancio di questo primo anno e mezzo?

Abbiamo approntato le procedure e avviato i primi bandi. Attraverso la misura 125 sono state finanziate strade rurali e, con la 124, progetti di ricerca e trasferimento tecnologico a favore delle imprese. Abbiamo avviato partenariati per 15 “Gruppi di Azione Locale”, impegnando 135 milioni di euro. Sono già a disposizione le risorse per investimenti di riconversione varietale e di miglioramento fondiario. Con l’attivazione della misura 133 abbiamo varato un contributo pubblico, fino al 70%, per le iniziative di promozione dei prodotti a marchio DOP e IGP siciliani.

Tra gli incentivi del Programma è incluso un “pacchetto giovani”…

Abbiamo modificato i criteri di accesso alle risorse. In passato veniva assegnato un ‘premio’, senza vincoli e verifiche, poi utilizzato anche per attività extragricole. Da oggi i finanziamenti saranno accordati ai giovani che investono per le aziende agricole, realizzando iniziative su scala adeguata a competere. Il provvedimento “ a pacchetto” consentirà ai giovani di accedere a più finanziamenti.

Lei è uno studioso, non un politico di professione. Ricopre ruoli istituzionali di rilievo e la sua competenza colpisce positivamente anche elettori dell’altra parte. Sfrutterà in Sicilia questa popolarità trasversale?

Credo che sul piano comunitario sia necessario maturare esperienza e competenza. Se gli italiani in quella sede non sono riusciti a ottenere buoni risultati, è anche perché c’è un fortissimo turnover fra i deputati. Troppe volte l’Europa è stata vista come una soluzione di ripiego, in termini di occupazione politica. A Bruxelles ci sono gli spazi per lavorare proficuamente, mantenendo, come fanno gli altri paesi, per dieci o quindici anni i propri rappresentanti. Per la Sicilia lavorerò in Europa, almeno per il prossimo quinquennio.

Enrico Sciuto