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And soon the darkness

Stephanie e Allie sono in Argentina per trascorrere le loro vacanze. Dopo un banale litigio, le due ragazze decidono di separarsi, e nel momento in cui rimane sola, Stephanie scompare. Allie, non riuscendo più a rintracciare l’amica per chiarire e continuare assieme il viaggio,  chiede aiuto alla polizia locale. Lo sceriffo, però, non sembra affatto disposto a collaborare. A lei non rimane allora che l’aiuto di Michael, un ragazzo misterioso conosciuto la sera prima e che alloggia nel loro stesso hotel,  per riuscire a ritrovare Stephanie prima che scenda la notte.

Remake dell’omonimo film degli anni settanta (diventato Il mostro della strada di campagna nella versione italiana), And soon the darkness è un thriller- non un horror- con poche idee e poche novità. Dalla Francia della versione originale ci si sposta in Argentina, che viene mostrata come un luogo poco ospitale e senza regole, seppur attraverso immagini molto suggestive. Inquietante ma bellissima la “città fantasma” in cui Allie si reca in cerca dell’amica: si tratta di Epecuén, una cittadina turistica che sorgeva sulle sponde del lago e che fu distrutta da una inondazione negli anni ottanta. La scoperta di questo luogo è l’unica parte del film degna di nota. Il  cliché della ragazza americana, poco vestita, in cerca di avventure e divertimento, viene ovviamente rispettato, a completare la triste sequenza di banalità. Il resto è un mix incolore di doppie identità, segreti da custodire e misteriose scomparse. Un argomento tanto delicato e grave come la violenza sulle donne- che in America latina è un problema reale: solo di recente il femminicidio è stato inserito, proprio in Argentina, come reato penale- viene affrontato con estrema superficialità.  Anche il finale non convince: è stato visto tante, troppe volte in pellicole dello stesso genere.

Mariangela Celiberti