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Aung San Suu Kyi walk on

L’amore non è una cosa semplice, l’unico bagaglio che puoi portare. E’ tutto quello che non puoi lasciare indietro“. Questa è la traduzione di qualche frase della canzone “walk on” (vai avanti) degli U2, dedicata a Aung San Suu Kyi la fondatrice e leader della Lega Nazionale per la Democrazia. Una donna coraggiosa, in lotta da sempre per i diritti umani e la dignità di un popolo, quello dell’ex Birmania, oggi Myanmar (nome etnicamente neutro) oppresso dalla giunta militare di Than Shwe dittatore/capo di un esercito di 400 mila uomini che controlla e censura l’informazione, chiude le frontiere ai giornalisti stranieri: che si vuole liberare da chi combatte a costo della propria vita per la libertà come i monaci buddisti che lottano contro la dittatura con la non violenza, fermamente credenti in un cambiamento della realtà a favore della democrazia. Aung San Suu Kyi, figlia di genitori che si erano già battuti per la democrazia è influenzata dagli insegnamenti di Mahatma Gandhi: dopo aver fondato la Lega Naz. per la Dem. viene arrestata, libera di lasciare il paese quando lo desideri… (cosa che non farà). Nel ’90 il regime chiama alle elezioni il popolo: netta vittoria per la Lega. Per fronteggiare il rischio che diventi 1° ministro i militari annullano il voto popolare, imponendosi con la forza. Ma la lotta di Aung San Suu Kyi continua senza piegarsi a nessuna repressione: nel ’91 le viene assegnato il premio nobel per la pace il cui ricavato sarà utilizzato per la costruzione di ospedali e scuole. A questo evento segue la revoca degli arresti domiciliari: stavolta non le è permesso di allontanarsi dal paese. Nel 2002 grazie all’intervento dell’Onu riesce ad ottenere maggiore libertà d’azione ma pur sempre nel mirino del regime. Nel 2003 scampa miracolosamente ad un attentato, dunque rimessa agli arresti domiciliari… La canzone recita “E se il tuo cuore fragile è stato rotto e per un secondo ti volti indietro… Oh no, sii forte“. E di forza deve averne davvero tanta chi combatte per lunghi anni un cancro come la dittatura… un verme che corrode la dignità di un essere umano; lo soffoca. Ma non c’è pace… nemmeno per lei,  soprattutto per lei: di recente nuovamente incriminata per “visita non autorizzata” da parte di un americano che pare abbia raggiunto la sua residenza a nuoto. Rischia da 3 a 5 anni per qualcosa che non ha commesso. Perché difendere la libertà non è un crimine. Tacere lo è. Restare nell’ombra lo è. Cos’ha questa donna se non la solidarietà di tutto il mondo che la pensa come lei e i monaci e sostiene la non violenza? La speranza. “E lo so è doloroso, come il tuo cuore in pezzi, e tu puoi solo pretendere di più. Vai avanti. Vai avanti.” Grazie alla sua tenacia gli stati Uniti le consegnano nel 2008 la Medaglia d’Onore.

Graziella Grisiglione