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Biutiful cauntri

Una volta avevo deciso di attraversare a piedi la terra dei fuochi. Mi ero coperto naso e bocca con un fazzoletto, l’avevo legato sul viso, come facevano i ragazzini Rom quando andavano ad incendiare i rifiuti. Sembravamo bande di cowboy tra deserti di spazzatura bruciata. Camminavo tra le terre divorate dalla diossina, riempite dai camion e svuotate dal fuoco, così da non rendere mai saturi questi buchi”.  Questo è l’amaro ritratto che Roberto Saviano fa della Campania e questo è ciò che ci mostra “Biutiful Cauntri”. Una terra devastata dai rifiuti tossici, una terra in cui gli interessi economici che legano Camorra e smaltimento dei rifiuti vanno aldilà di ciò che può essere la stessa vita umana. Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero ci raccontano la storia di questa “bella terra”, che bella una volta lo era davvero, ma che adesso è sommersa da decenni di illegalità tossica.

Non si dà pace Raffaele Del Giudice, un educatore ambientale, non riesce a sopportare questo scempio, non riesce a guardare quella che è la sua terra sciogliersi sotto i suoi piedi, il tutto nell’immobilismo più assoluto delle autorità. Interi greggi abbattuti perché infettati dalla diossina. Interi raccolti devastati dalle fuoriuscite del cobalto dalla fabbrica della Montefibre. Quella che una volta era la zona più fertile della Campania, adesso è diventata una discarica all’aria aperta.

Le domande vengono spontanee: come mai queste discariche palesemente abusive non vengono chiuse? Perché non esiste controllo? Come mai a vincere gli appalti sono le ditte che costruiscono gli inceneritori tecnicamente meno validi? E ancora, perché in Italia il codice penale non prevede il reato ambientale?

“Biutiful Cauntri” ci mostra un’altra Italia, quella sepolta sotto tonnellate di spazzatura.

Diego Bonomo