Pubblicato il: 11 Settembre, 2009

C’era una volta una beat…

fernanda-pivanoEra una scrittrice colta e profonda, una giornalista abile e competente, una critica esperta e sempre curiosa, perennemente alla ricerca di nuove frontiere letterarie da esplorare. Ma prima di tutto questo Fernanda Pivano è stata una donna sincera, sensibile, autentica. Credeva intensamente nella bontà degli uomini e nella potenza della parola scritta come forza  liberatrice; credeva nella non violenza e nell’amore come unici rimedi per migliorare la condizione umana. Fernanda Pivano credeva nella vita. Sì, la vita: quella sua vita straordinaria fatta di viaggi, esperienze, profondi legami d’amicizia e di confidenza istaurati con gli artisti che incontrava di persona e con i quali condivideva la quotidianità.

Fu lei a tradurre e promuovere in Italia alcune tra le più apprezzabili opere di Hemingway, Kerouac, Ginsberg, Faulkner, Fitzgerald e tanti, tantissimi altri che per ragioni di spazio non ci è concesso ora di elencare. Fernanda si batteva per la diffusione della nuova letteratura d’oltreoceano perché credeva in essa e rischiava per essa, scontrandosi con la censura ipocrita e bigotta di quell’Italia non ancora pronta ad aprirsi al resto del mondo, impreparata ad incontrare quella schiera di scrittori, poeti e musicisti che proprio quel mondo cercavano di cambiare.

Dalla traduzione de L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, passando per Addio alle armi di Hemingway (opere che le procurarono l’arresto per motivi politici); dalla splendida prefazione a Sulla strada di Kerouac alla prima pubblicazione italiana dei testi di Bob Dylan, fino all’interessantissima antologia fotografica raccolta nel volume C’era una volta un beat, la carriera della Pivano si spalma in quasi settant’anni di storia, costituendo nel complesso una mole inelencabile ed inquantificabile di scritti.

In una clinica milanese – nella quale era da tempo ricoverata – il 18 agosto scorso, all’età di 92 anni, Fernanda ci ha lasciato. Con il sapore delle lacrime sulle labbra sorridenti ti ringraziamo ricordiamo così, cara Fernanda, salutandoti con la mano ed augurandoti buona fortuna per quest’ultimo viaggio verso i tuoi compagni scrittori, verso i tuoi amici musicisti. Saranno tutti là ad attenderti: Ernest, Jack, Allen, Gregory, Neal, Henry, Fabrizio e tutti gli altri. Seduti attorno ad un tavolo di legno, tra nuvole di fumo e bottiglie di vino, ti porgeranno una penna in mano e una quantità infinita di pagine bianche, ancora tutte da scrivere. Da vivere.

E tu sorriderai, avvolgerai tutti in un unico abbraccio e subito dopo, come se niente fosse, ti siederai con loro per una chiacchierata, con la tua candida curiosità e quel tuo sorriso così pieno di luce. E sarà una bella ed emozionante rimpatriata tra amici, tra persone che niente hanno chiesto dall’esistenza terrena se non il permesso di amare ed assaporare appieno quell’ esistenza stessa. Qualcuno lo chiama amore, altri ancora libertà. Tu semplicemente, soltanto, vita.

Aldo Nicodemi

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