Pubblicato il: 17 Aprile, 2009

Catania: il report di Stancanelli

stancanelliIl 7 aprile si è tenuta a Catania una seduta straordinaria del Consiglio comunale. L’aggettivo appariva adeguato, non solo per il carattere delle comunicazioni del Sindaco Raffaele Stancanelli, ma anche per altri motivi: era la seconda partecipazione del Primo cittadino ai lavori del massimo consesso civico in dieci mesi d’amministrazione e, soprattutto, l’atto con cui la giunta di centrodestra ha scelto di reagire alle polemiche suscitate dalla doppia inchiesta della trasmissione “Report”. I riflettori non potevano essere puntati su quell’opposizione che non ha nemmeno contribuito a mettere sul banco degli imputati, com’è effettivamente accaduto, l’intera classe di governo del centrodestra etneo. Il Senatore Bianco ha preferito assentarsi per impegni a Palazzo Madama, mentre Nello Musumeci, dall’altro versante, alzava i toni contro Stancanelli, forse per far dimenticare la sua partecipazione all’attuale governo della Provincia, da fedele alleato del partito del Sindaco. L’attenzione era tutta rivolta alla Giunta comunale, alle sue comunicazioni urgenti sullo stato del Comune e delle sue finanze. Dentro, ad aspettare che il Sindaco riferisse, sotto gli occhi della deputazione nazionale del centrodestra catanese, dei presidenti delle Municipalità e dei dirigenti degli Uffici comunali, c’erano decine di cittadini. Fuori, un centinaio di manifestanti rumoreggiava e lanciava uova contro il Palazzo. Stancanelli ha parlato trentatré minuti, giusto il tempo per ripetere le parole di sempre: Catania è stata “riaccesa”, i debiti più urgenti pagati, i mutui rinegoziati, il dissesto è stato evitato. L’unica risposta, garbata e implicita, ai problemi posti dall’Informazione, è stata l’asserzione reiterata sulla destinazione dei centoquaranta milioni del CIPE: il Parlamento ha approvato l’utilizzo dei fondi stanziati anche per il risanamento della condizione debitoria del Comune. Una risposta insufficiente, anche se corredata da un’elencazione di interventi tesi a ridurre le consulenze esterne e le spese burocratiche; dalle promesse di valorizzazione del patrimonio immobiliare e dall’annuncio di dismissione delle aziende municipalizzate. Catania è divenuta un caso nazionale perché un’inchiesta giornalistica d’inconfutabile valore documentario ha dimostrato che, tra le altre cose, una dei beneficiari indiretti dei fondi straordinari del governo, l’azienda partecipata dal Comune “Sidra”, è un centro di smistamento di denaro pubblico a destinatari ignoti e con causali false. Nel frattempo, Venezia soffre la riduzione dei trasferimenti statali per la manutenzione del suo centro storico. È in grado il Sindaco di arrestare questa deriva, pur essendo a capo di una giunta composta per metà da ex assessori di Scapagnini e con una burocrazia comunale controllata dai soliti noti? Certo, il suo report non è rassicurante. Alla fine, di ‘straordinario’ rimane soltanto la kermesse iniziale: strette di mano e baci tra consiglieri, assessori e, ahimè, qualche giornalista locale.

Enrico Sciuto

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