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Catania: prenotazioni ospedaliere infernali

Per chi è predisposto all’ira, questa è una delle cose da non fare: prenotare telefonicamente una visita o degli accertamenti negli ospedali di Catania e provincia; pare possa scatenare, anche nelle persone più pazienti, rabbia e sconforto. Una miriade di numeri, verdi e non, tra cui cimentarsi. Si viene rimpallati da un telefono all’altro, a volte messi in attesa di qualcuno che non risponderà mai. Al centralino del Vittorio Emanuele, del Ferrarotto  e del Santo Bambino invece rispondono subito e poi smistano le telefonate in base alle richieste. Qui il problema sono le attese: per una ecografia ginecologica al S. Bambino consigliano di chiamare direttamente nel 2011 o di rivolgersi ad altri centri, magari a pagamento. Per quanto riguarda una T.A.C. i tempi di attesa sono variabili. Al Ferrarotto per esempio,  si può prenotare solo di presenza e facendo un ricovero in day-hospital mentre al Cannizzaro si deve fare entro un mese  ma a pagamento. Sì perché, l’ospedale non è più convenzionato e il prezzo della T.A.C. cambia in base a dei parametri e si può arrivare a spendere anche 250 euro. Al Garibaldi di Nesima la T.A.C. invece la si può prenotare solo per un’ora al giorno, la mattina dalle 8.30 alle 9.30; vi lasciamo immaginare l’inferno che si scatena. Al Policlinico di via Santa Sofia invece,  da tre giorni è tutto occupato  o fuori posto, non se ne vede la ragione. Negli ospedali della provincia la situazione non è diversa: linee occupate a Giarre e a Paternò. Ad Acireale non risponde nessuno al numero verde mentre ad Adrano a mancare è la disponibilità: meglio richiamare l’anno nuovo, anche qui, per effettuare una radiografia. Non resta che rivolgersi ai centri e alle cliniche convenzionate catanesi ma anche in questo caso potremmo imbatterci in delle sorprese. L’attesa varia in base agli esami richiesti, di solito mai più di un mese comunque ma alcune cliniche sono fuori budget e quindi possono effettuare gli esami pure nel giro di una settimana, naturalmente pagando. Ad esempio per una radiografia alla colonna vertebrale bisogna aspettare una settimana affrontando una spesa di 50 euro. Niente male per chi vive con 450 euro di pensione al mese. Inoltre destreggiarsi con decine di numeri telefonici, carta e penna alla mano, non deve essere particolarmente facile, soprattutto per quegli anziani che non hanno a disposizione familiari o parenti che li aiutino.

Giuseppina Cuccia