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Catania sott’acqua

Torna l’inverno e con esso le piogge che sempre più spesso si abbattono sulla nostra terra come vere e proprie alluvioni. Tanti, troppi, millimetri di pioggia si riversano sulle città siciliane in poche ore e, ad ogni evento atmosferico, ci si appresta a fare la conta dei danni. Nella nostra Catania questa prassi sembra essersi consolidata. Alle prime piogge la città va in panne e i catanesi, ormai stanchi di ciò, non mancano mai di lamentarsi per i danni che troppo spesso pagano sulla loro pelle, o meglio con la loro tasca. Di recente è tornato alla ribalta l’annoso problema che da sempre attanaglia il villaggio Santa Maria Goretti, popoloso quartiere all’estrema periferia sud di Catania. Ad ogni pioggia sul villaggio si riversa l’acqua di tutta la città: infatti il torrente “Forcile”, che taglia in due il villaggio, raccogliendo le acque pluviali, e non solo, a partire da Monte Po fino a valle, esonda per travolgere tutto e tutti. Case allagate, collegamenti in tilt, cittadini sfollati e poi il risultato delle strade impercorribili; tutto ciò ha mandato ancora una volta gli abitanti su tutte le furie, protestando in piazza e occupando anche le strade di accesso al vicino aeroporto di Fontanarossa (nella foto), anch’esso sotto accusa per le strade definite “inadatte” al quartiere e al servizio prestato.

Una situazione non più sostenibile da parte di tutti, cittadini e amministratori, i primi contro gli altri per combattere una guerra persa da entrambi. I cittadini, ormai esausti di questa ripetitiva situazione, inveiscono contro chi dovrebbe pulire caditoie e canali, nella fattispecie il greto del “Forcile” troppo spesso invaso da sterpaglie e canneti ma anche di cumuli di spazzatura e carcasse di moto e mobili che ostruiscono il già ristretto passaggio dell’acqua. L’amministrazione che fa spallucce e che provvede alla pulizia e bonifica solo dopo gli ingenti danni al quartiere, ma che nello stesso tempo lamenta l’inciviltà di chi riempie di rifiuti i canali. Tutti a barricarsi dietro le loro ragioni, tutti a polemizzare ma nessuno che si adopera affinché si risolva il problema. Basterebbe programmazione e senso civico: programmare degli interventi ordinari di pulizia dei canali e caditoie e provvedere ad una campagna di sensibilizzazione verso i cittadini poco inclini alla civiltà, e se necessario usare dei deterrenti legali contro chi contribuisce a mettere in ginocchio il villaggio Santa Maria Goretti.

Tutte soluzioni, ai più utopistiche ma realizzabili, e intanto nessuno fa qualcosa e le piogge incombono minacciose.

 

Sebastiano Caruso