Pubblicato il: 24 Novembre, 2009

Che – Guerriglia

cheguerrigliaAltre terre del mondo reclamano i miei modesti sforzi. Io posso fare quello che a te è negato per le responsabilità che hai al comando di Cuba ed è giunta l’ora di separarci. Se la mia ultima ora arriverà sotto altri cieli, il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e specialmente per te”. Queste le parole scritte dal comandante Che, all’apice della sua notorietà, per congedarsi da Cuba e da Fidel Castro. Rinuncia ai suoi beni, alle sue cariche, alla cittadinanza per recarsi dove c’è bisogno di rivoluzione. Nel marzo 1965 il Che scompare e nessuno sa più nulla di lui, nemmeno la moglie. Ricompare, sotto falsa identità, in Bolivia. Lì raduna alcuni compagni della rivoluzione cubana e alcune nuove reclute per creare una nuova base e dare inizio alle operazioni di addestramento e preparazione per la rivoluzione. Il suo intento è far sfociare la ribellione in tutto il Sudamerica. Ma in Bolivia il terreno si rivela difficilmente praticabile, a causa dei locali che, a differenza di Cuba, non danno sostegno ai ribelli. Così iniziano gli scontri, i ribelli vengono decimati, fino a quando la situazione diventa irreversibile: il Che viene scoperto, catturato ed infine giustiziato.

Che Guerriglia è il secondo episodio sulla vita del comandante Ernesto Guevara. A differenza dell’impresa cubana, qui Sorderbergh ci mostra l’agonia fino alla caduta del personaggio Che, che resta sempre più solo a lottare per i suoi valori rivoluzionari. Non c’è alternativa: o la rivoluzione o la morte. E, per come ce lo mostra Sorderbergh, lo stesso Guevara sembra conscio che alla fine non ci sia più via d’uscita. Del gruppo dei ribelli rimane poco o nulla. Anche da prigioniero il Che non perde il suo spirito da comandante ed i suoi intenti morali: preferisce morire con onore proteggendo i compagni piuttosto che provare a salvarsi la vita.

Diego Bonomo

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