Pubblicato il: 3 Luglio, 2009

Cittadini d’Europa: colloquio con Leoluca Orlando

Leoluca OrlandoLa figura di Leoluca Orlando ci è familiare. E’ trascorso un quindicennio dalla “Primavera di Palermo”, ma la memoria di quella stagione riaffiora ogni volta, come una pagina di riscatto civile sopravvissuta a un bombardamento. Orlando è oggi deputato, portavoce nazionale dell’Italia Dei Valori e Presidente della Commissione parlamentare d’Inchiesta su “Sanità e disavanzi regionali”. Per gli impegni istituzionali, ha dovuto rinunciare a un seggio conquistato al Parlamento Europeo, con 53 mila preferenze. Ciò ha consentito l’elezione di Gianmaria Uggias: un Sardo a Strasburgo dopo ventidue anni.

On. Orlando, la sua è la storia di un intellettuale europeista, con studi a Heidelberg, Laurea honoris causa in Filosofia tedesca a Trier e riconoscimenti internazionali come il “Premio Adenauer”. Come interpreta la distanza dei cittadini europei dalle istituzioni comunitarie, testimoniata dalla bassa affluenza alle urne?

L’Europa deve avere una visione. Senza visione, resta una pur importante lista di Stati, ma un mosaico di parzialità. E’ riuscita ad avere un progetto nel settore monetario e, parzialmente, in quello economico. Occorrono altri passi avanti nel settore formativo, culturale e soprattutto sociale. Un’Europa, con banchieri pressoché “unici profeti”, non conquista i cittadini e non giunge al cuore della partecipazione.

Il Trattato di Lisbona è ostaggio dei dubbi irlandesi e cechi. Eppure, rende più trasparenti e democratici i processi decisionali. Cosa pensa di questo paradosso?

La distanza dei cittadini dalle istituzioni europee non è stata colmata dal trattato di Lisbona: un passo avanti certamente importante, ma su cui pesano ancora logiche burocratiche ed egoismi degli Stati. Il No al referendum irlandese è la conferma di questo paradosso. Se vi è un paese che ha tratto benefici dall’integrazione europea, questo è certamente l’Irlanda, ma gli irlandesi hanno votato…No! L’integrazione comunitaria è conveniente, eppure non appare attraente per i cittadini europei.

Pensa che l’allargamento a Est sia stato, nella scelta dei tempi, una mossa adeguata? Quanto alla Turchia?

Allargamento e anima: l’allargamento senz’anima rischia di indebolire l’idea stessa di Europa. Torna ancora una volta l’esigenza di avere una visione. ‘Visione’ è accogliere la Turchia, un grande paese di cultura europea- musulmana. ‘Visione’ però è anche pretendere il pieno rispetto dei diritti umani in quel grande paese.

Barroso si ricandida. Come valuta il suo primo mandato, il gruppo dell’ELDR e, in particolare, l’IDV?

Il quinquennio di Barroso coincide con le difficoltà- alle quali non si è opposto con successo- di un mancato decollo dell’<<Europa- visione>>, dopo l’Euro e Schengen.

Nel futuro dell’Europa, ci sarà spazio per il sogno federalista, anche a costo di non includere tutti?

Quel sogno si realizzerà e riguarderà tutti. Dovrà coinvolgere tutti gli Stati dell’Unione. Non basterà attenderlo da spettatori. Ognuno, ogni cittadino, istituzione e Stato, dovrà pretendere da se stesso gli sforzi necessari.

In Italia, la campagna elettorale ha trascurato i temi comunitari. Pensa che sia possibile riconciliare gli italiani con l’Europa e quale sarà l’impegno dell’IDV?

L’Europa nasce per difendere e promuovere non il diritto, non le leggi dei singoli stati, ma i diritti e la qualità della vita dei cittadini. L’UE è il luogo naturale di realizzazione e completamento della missione politico-culturale dell’IDV, che è, e appare sempre più chiaramente, non solo il partito della legalità e del diritto, ma anche quello della legalità e dei diritti; di quelli codificati nella Costituzione repubblicana: dalla libertà all’eguaglianza, dall’informazione all’ambiente.

Sull’Italia: difenderete, “senza se e senza ma”, l’impianto di Termini Imerese?

In questi giorni sono emersi purtroppo molti ‘se’ e molti ‘ma’ sul suo ruolo produttivo. Vedremo se quest’accordo internazionale porterà, come promesso, alla valorizzazione degli stabilimenti italiani, oppure no.

Enrico Sciuto

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