- Lo Schiaffo - https://www.loschiaffo.org -

Come Dio comanda

Paesaggi desolati, solitari del nord-est Italia. Cave di pietra, case anonime e ciminiere che scaricano gas. Rino Zena (Filippo Timi) è un padre disoccupato, alcolizzato e dedito al culto della forza e della violenza. Suo figlio Cristiano (Alvaro Caleca) al contrario è un ragazzino timido, poco benvoluto dagli altri ragazzi a scuola ed umiliato dalle ragazze, educato dal padre a sovrastare gli altri con la violenza. I due sono legati da un rapporto viscerale, si odiano e si amano allo stesso tempo. Tra di loro c’è la presenza ingombrante di Trecca (Fabio De Luigi), l’assistente sociale che, dati i trascorsi di Rino, vuole portare il ragazzo in istituto. L’unico amico per Rino e Cristiano è Quattro Formaggi (Elio Germano), un ex collega di lavoro di Rino che aveva avuto un incidente con i fili dell’alta tensione, ossessionato da Dio e dalla pornostar Ramona. I tre vivono in questo contesto con la sola forza della sopravvivenza. Ma in una notte di tempesta, Quattro Formaggi incontra la sua “Ramona” e dal quel momento la vita dei tre non sarà più la stessa.

Dopo “Io non ho paura”, Gabriele Salvatores si ispira per la seconda volta ad un’opera di Niccolò Ammaniti (“Come Dio comanda”, Premio Strega 2007). Le attenzioni si spostano nell’industrializzato e nebbioso nord attraverso tre personaggi che tentano di andare avanti senza alcuno scopo. L’unico motivo di vivere è il poter stare ancora insieme. Non c’è possibilità di cambiare questa situazione. Nessuno dà ai protagonisti una chance per ripartire, per voltare pagina. Salvatores ci porta proprio a scoprire la tragedia del vivere quotidiano dei tre, la loro condizione umana, condizione necessaria alla tragedia finale. Molto ha dovuto tagliare delle 490 pagine del libro, ma ha dimostrato di togliere con criterio. Visibile è anche il cambio di ritmo: la prima parte del film è lenta e statica, mentre la seconda parte, dopo l’evento sconvolgente, subisce un’accelerazione improvvisa, a mostrare come gli eventi prendano vita da sé e non sia più possibile controllarli. La riuscita della pellicola passa anche dalle ottime performance di Filippo Timi, padre contrastato, ed Elio Germano, ritardato represso.

Diego Bonomo