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Faust: un grande gioco molto serio

Dal 17 febbraio all’8 marzo, è in scena al Teatro Stabile di Catania l’opera più rivisitata ed esplorata di Johann Wolfgang Goethe: Faust. In una scenografia luminosa e superba (Mauro Carosi), si muovono gli eterni personaggi della rappresentazione: Faust e Mefistofele. La regia è di Glauco Mauri che interpreta anche il ruolo di Faust prima, e Mefistofele dopo  alternato dall’attore Roberto Sturno che interpreta a sua volta Mefistofele prima e Faust dopo.  Gli attori della compagnia (Glauco Mauri, Roberto Sturno, Dora Romano, Cristina Arnone, Marco Blanchi, Simone Pieroni, Alessandro Scavone, Francantonio, Mauro Barbiero, Alessandro Menin, che fa una sola apparizione nel ruolo di Paride) interpretano più ruoli ciascuno, senza tuttavia confondere lo spettatore che si lascia trasportare dalla vicenda vivendola molto da vicino. La storia di Faust infatti, come dice lo stesso Mauri, è la storia dell’Uomo e dunque esercita un’attrazione specifica in ogni singolo spettatore, uomo o donna che sia. Dunque non si tratta di un epico personaggio dalle nobili passioni, ma dell’Uomo in tutta la sua scelleratezza e in tutto il suo egoismo che tuttavia attrae e suscita simpatia e compassione da parte del pubblico che quasi sospira di sollievo al “lieto fine” dell’opera. La vicenda narra del Dottor Faust che accondiscende ad un patto col diavolo (Mefistofele) e cosi si lascia guidare da lui nel corso della sua vita, bramando cose sempre più alte ed estreme. Mefistofele lo accudisce e lo serve con cura, perché desidera la sua anima che ha scommesso con Dio subito dopo lo schiudersi del sipario. Lo spingerà cosi ad uccidere e a procurare dolori al prossimo, all’inganno e all’avidità: Faust percorrerà questo viaggio pieno di sofferenza e insoddisfazione. Mefistofele tuttavia resterà a mani vuote, il Male resterà confinato nella propria solitudine, piena di invidia e di odio. “Dopo tante avventure, dopo essersi precipitato nel fuggire dei giorni, dopo aver voluto vivere tutto il bene e tutto il male dell’uomo, Faust può finalmente dire all’attimo che fugge: “Attimo fermati, tu sei cosi bello”. Ora Faust ha finalmente compreso che l’uomo può essere d’aiuto all’uomo e con questa conquista può porre fine al suo lungo vagabondare attraverso le gioie e i dolori del mondo. L’uomo deve vivere per l’uomo! Ecco cosa alla fine del suo fantastico viaggio, ci dice Faust”. È cosi che Glauco Mauri descrive al meglio e semplicemente, il momento più drammatico dello spettacolo. Ed è cosi che Faust trova la salvezza poco prima di morire, a dispetto di Mefistofele. La rappresentazione per quanto tragica e seria, è molto colorata e colorita e non mancano momenti di sommesse risate: l’interpretazione di Glauco Mauri è davvero magistrale passa da un disperato e inquieto Faust, ad un crudele e spiritoso Mefistofele. Dall’altra parte Roberto Sturno non delude nemmeno per un attimo e la combinazione interscambiabile dei due personaggi, caratterizza la rappresentazione deliziando lo spettatore.

Elena Minissale