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Fine pena mai: il film

C’è una mafia in Italia di cui non si parla, una mafia silenziosa, la quarta mafia, la cosiddetta Sacra Corona Unita. È un cancro che è arrivato dalla Calabria e si è esteso in tutte le province della Puglia. Quarta mafia perché oggi è notevolmente indebolita rispetto agli anni ’80. Di quella organizzazione “Unita” faceva parte Antonio Perrone, detto Tonio, un giovane proveniente da un paesino del leccese. Universitario e di buona famiglia, Tonio, dedito a droghe, auto lussuose e bella vita, non si accontenta di quello che ha ed entra piano piano in un giro di spaccio e gioco d’azzardo che lo porta a diventare un personaggio di spicco della malavita salentina. Arrestato una prima volta, Tonio conosce in carcere esponenti della Sacra Corona Unita e ne entra a far parte. Non ne uscirà più, se non dopo essere stato arrestato la seconda e definitiva volta. Dal ’92 ad oggi Tonio è in carcere in regime di 41bis, il carcere duro, l’isolamento, 17 anni già scontati ad oggi e 32 ancora da scontare. Perrone ha dichiarato più volte la propria dissociazione dalle logiche criminali e dall’organizzazione criminale di appartenenza.

“Fine pena mai” racconta l’ascesa malavitosa del personaggio Perrone e la sua improvvisa interruzione con l’arresto e mostra sullo sfondo la nascita e l’affermazione della Sacra Corona Unita. L’isolamento cui è sottoposto Perrone si rispecchia nel paesaggio pugliese, cittadine desolate, senza anima viva. Interessante è proprio in questo senso la fotografia del film, che regala squarci di borghi da mille anime paralizzati nel tempo. Il film è tratto dall’autobiografia dello stesso Perrone, “Vista d’interni”, da cui però i registi, Berletti e Conte, dicono di essere un po’ scostati. Ed è proprio questo approccio autobiografico che permette di cogliere gli aspetti più profondi della psiche del personaggio, un personaggio combattuto tra la logica degli affari criminosi e la possibilità di vedersi portar via la propria famiglia. Claudio Santamaria ha confermato di essere sicuramente l’attore italiano più adatto a vestire questo ruolo.

Diego Bonomo