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Fonti energetiche alternative

È il nuovo progetto del governo Berlusconi per poter contrastare la crisi economica e per poter liberarsi dalle dipendenze energetiche della Russia, dell’Algeria e della Norvegia: il ritorno al nucleare. Si dice che la storia insegni, ma evidentemente non è così per il nostro popolo che spesso dimentica stragi passate ed errori strategici, ripetendoli costantemente nel tempo. L’Italia decise, nel 1987 in seguito alla strage di Chernobyl, di dire no al nucleare, esprimendo il suo dissenso attraverso un referendum abrogativo da più parti sostenuto. Oggi, quello stesso referendum diventa improvvisamente carta straccia: un’opinione vecchia, si affretta a giustificarsi il Governo, perché il 15% dei votanti è deceduto! Bene, allora bisognerebbe fare anche un nuovo referendum istituzionale per decidere se tornare alla Monarchia o continuare con la Repubblica, visto che la maggior parte dei votanti al referendum del 1946 sono deceduti. Ironia a parte, vi spiego il perché una così ferma opposizione al nucleare? Parto da un’inchiesta dell’Indipendent: secondo un dossier presentato dal quotidiano britannico, le centrali nucleari di ultima generazione sono di gran lunga più pericolose delle altre e inoltre le scorie prodotte sono più radioattive, anche sono in numero minore rispetto alle precedenti. Altro punto a sfavore del nucleare riguardo lo smaltimento delle scorie, visto che non sarà per niente semplice trovare un sito adatto a conservarle per centinaia, a volte migliaia, di anni. Inoltre i costi per la costruzione e l’installazione degli impianti non sono inferiori a quello di altre fonti di energia (eolica o solare), sicuramente più sicure e meno inquinanti. Per non parlare dei tempi per la costruzione degli impianti: se si dovesse partire adesso con la progettazione, un impianto sarebbe pronto fra dieci anni (stima molto positiva) e quindi il suo impatto sull’attuale crisi sarebbe praticamente nullo.  Per questi motivi, sarebbe più opportuno volgere lo sguardo verso altre fonti di energia rinnovabile: una risorsa che ha raggiunto un livello di affidabilità e di sicurezza massimo. In questa ottica, è da tener presente l’iniziativa dell’Unione Europea che progetta di triplicare nel 2020 la potenza installata derivante dall’energia eolica. Si può perdere un’occasione del genere? Bisognerebbe prendere esempio da altri grandi Paesi europei: Germania, Olanda, Spagna e Svezia (per citare i più importanti) stanno progressivamente abbandonando la linea di una politica energetica basata sul nucleare, cercando un’alternativa vincente nelle fonti di energia rinnovabili. Non è forse questo il momento giusto per parlare di energia alternativa anche sul nostro territorio?

Massimiliano Mogavero