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Grandi attori per una nuova storia

Il teatro Franco Parenti, punta di diamante della zona est di Milano, propone nel suo spazio di cultura una novità drammaturgica tutta italiana. “Antonio e Cleopatra alle corse”, opera di Roberto Cavosi vincitrice del premio Speciale della Giuria Riccione 2007, con l’abile regia di Anrée Ruth Shammah, ha intrattenuto gli spettatori milanesi per quasi un mese nella grande ed intima sala anima del teatro.  Un grande nome della recitazione cinematografica e teatrale italiana ha attirato alcuni, la curiosità per una scrittura scenica nuova a richiamato altri. In scena la bravissima Annamaria Guarnieri, famosissima interprete del celebre sceneggiato televisivo degli anni’70 “La cittadella”, tratto dal romanzo di Cronin, e ancora protagonista in televisione de “La tragedia americana”. La sua è stata un’interpretazione carismatica, forte come quella del bravissimo Luciano Virgilio che l’accompagnava.  In scena solo in due, un marito e una moglie che si chiamano tra loro Bambino e Bambina, appassionati delle corse dei cavalli. Lei, rinchiusa nella sua tetra casa dalle pareti di un profondo blu scuro, soffre di un’allergia al sole che le provoca piaghe e forti emicranie. La sua è una vita da ricca agiata relegata tra quattro mura e il vizio per le scommesse. Il marito, squattrinato perchè non gode dei soldi della compagna invece, passa le sue giornate gironzolando in città godendo di visioni, suoni e profumi di tutto ciò che non può permettersi di acquistare.  Lui le racconta il mondo che vede fuori, lui la invoglia a provare delle cure nuove, ma lei è stanca di vivere e di soffrire e gli chiede di aiutarla a morire. Nella forte tragedia di questa coppia, si alternano momenti di ilarità a quelli di commozione. Tutto il ritmo dell’azione è scandito dalla voce dello speaker dell’ippodromo o dall’improvvisa attenzione di Bambino verso la televisione che riporta i risultati delle gare. Bambino sa che può rianimare la moglie facendole vedere quel mondo, e la distrae ogni volta che i discorsi sul suicidio iniziano a farsi troppo seri.  In scena una storia d’amore, la malattia, l’attaccamento, l’ossessione e due personaggi “Antonio” che ama e “Cleopatra” che rincorre invano il “sole serpente”, i quali ricordano tanto certe coppie dei drammi dell’assurdo di Ionesco, per il loro strano rapporto affettivo d’amore e odio e per lo spazio soffocante della casa in cui si sviluppa ogni loro interazione.

Eleonora Tosco