Pubblicato il: 11 Aprile, 2011

Iblis: La Cassazione annulla gli arresti della “Tenutella”

arresti_tenutellaErano i tre imprenditori coinvolti nella costruzione del centro commerciale “la Tenutella” di Misterbianco. La V sezione della Cassazione ne ha accolto i riscorsi, annullandone gli arresti. Si tratta di Rosario Ragusa, Felice Naselli e Giovanni D’Urso. Analogo provvedimento anche per l’avvocato Antonino Santagati. Per tutti, l’annullamento prelude al rinvio per un nuovo esame. Rimangono comunque indagati per concorso esterno in associazione mafiosa nel quadro dell’inchiesta “Iblis”, per le presunte infiltrazioni di Cosa Nostra negli appalti per la realizzazione del Centro Commerciale “La Tenutella”. Sono invece state respinti i ricorsi di Fausto Fagone, deputato regionale del PID e dell’imprenditore di Acireale (CT), Santo Massimino. L’inchiesta Iblis è da Novembre il dossier più ‘caldo’ dell’attualità politica siciliana. Da quando, cioè, l’operazione coordinata dai pm della DDA etnea Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Antonino Fanara e Iole Boscarino ha portato in carcere i vertici del clan Santapaola. Nello stesso fascicolo, figurano come indagati nomi illustri del mondo economico e politico siciliano: i deputati regionali Fausto Fagone (PID) e Giovanni Cristaudo (PDL-Sicilia); il consigliere provinciale UDC a Catania, Antonino Sangiorgi; l’assessore del Comune di Ramacca Giuseppe Tomasello e il consigliere comunale Francesco Ilardi. E imprenditori come Mariano Incarbone, impresario edile di Misterbianco, Ferdinando Bonanno di “Eurospin” e lo stesso Santo Massimino, ex presidente dell’Acireale Calcio. Tra i politici e professionisti di rango coinvolti, c’è Giovanni Barbagallo, geologo e militante del MPA. Di lui sono al vaglio i rapporti con il capo di Cosa Nostra a Catania, Vincenzo Aiello. Secondo gli inquirenti avrebbe rappresentato il tramite tra i vertici del clan Santapaola e i fratelli Raffaele e Angelo Lombardo. Agli atti ci sono le intercettazioni ambientali e i filmati dei Ros, che documentano incontri avvenuti nella tenuta di campagna di Barbagallo, in contrada Margherito a Ramacca. Tra questi, anche la festa per l’elezione in Parlamento di Angelo Lombardo,  alla presenza dei boss del clan Santapaola. A tenere banco, in queste ore, è appunto la posizione del Governatore. La Procura di Catania non ha notificato al momento alcuno avviso di garanzia, ma a breve la chiusura delle indagini dovrebbe chiarire se l’inchiesta a carico dei Lombardo è destinata a continuare oppure a spegnersi. L’ufficio di Piazza Verga, appare, a un mese dal pensionamento di Vincenzo D’Agata, sempre più spaccato. Da una parte ci sono i pm della DDA, titolari dell’inchiesta, dall’altra il procuratore capo facente funzione, Michelangelo Patanè, e il sostituto procuratore Carmelo Zuccaro. Questi ultimi sarebbero ancora attestati sulla linea di tradizionale prudenza da sempre tenuta dal procuratore capo uscente. Ma il rinvio a giudizio coatto del sindaco in carica, Raffaele Stancanelli, disposto con un autentico colpo di scena lo scorso 23 Febbraio, potrebbe aver cambiato le carte in tavola.

Enrico Sciuto

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