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Il Dovere di Ricordare

“Meditate che questo è stato”: il celebre verso di Primo Levi, contentuto in “Se questo è un uomo”, apre l’incontro che si è tenuto l’8 Febbraio presso l’Auditorium del Monastero dei Benedettini di Catania. Alla presenza di Pietro Cataldi, Andrea Manganaro, Elisa Savi (regista) e Moni Ovadia (narratore) è stato proiettato il documentario “Il Dovere di Ricordare. Riflessioni sulla Shoah” della Palumbo Editore il quale ha dato ampia libertà d’espressione, a chi è stato coinvolto nel progetto, su come affrontare le sempre difficili tematiche dell’Olocausto. Lo scopo principale che gli autori si sono posti nello sviluppo del documentario, spiega Elisa Savi, è stato quello di trasmettere ai giovani di oggi quale era la concezione del nazifascismo che si aveva fino a qualche decennio fa, ovvero quella di considerarlo il male assoluto. Si vuole far capire ai ragazzi perché dare del fascista a qualcuno era insultarlo nel peggior modo possibile. Il rischio infatti, a causa un po’ del revisionismo che va tanto di moda e un po’ della stessa natura dell’uomo, è di sottovalutare quello che è accaduto durante la Seconda Guerra mondiale. Moni Ovadia, nel suo appassionato intervento, ha sottolineato in maniera crudamente realistica quella che è la situazione di oggi: si parla tanto di non dimenticare, si dice sempre che tragedie come l’Olocausto non dovranno più accadere. Eppure, cosa è accaduto nell’ex-Jugoslavia negli anni ’90? E permettere che milioni di persone muoiano di fame e di sete, non è forse una forma di Olocausto?

Ovadia ha ribadito anche come gli ebrei non siano state le uniche vittime di quei terribili anni: metà dei morti dei campi di concentramento furono dissidenti politici, rom, zingari, omosessuali. E la prossima volta che inizierà un movimento razziale del genere (ammesso che già non ve ne siano in atto) non sarà contro gli ebrei, poiché farebbe troppo scalpore, ma contro un’altra delle categorie “sacrificabili”. L’unica cosa che ci può salvare è ricordare.

Tomas  Mascali