Il fantasma dell’Opera
Può la musica fondersi con la poesia del teatro e trasformarsi in una pellicola cinematografica? E’un’opera titanica ma non impossibile quella realizzata dal regista Joel Schumacher che con il film “Il fantasma dell’Opera” sperimenta un genere nuovo, trasformando un musical di successo in un film destinato al grande schermo. La storia si ispira al romanzo “Il fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux (1910) e all’omonimo e fortunatissimo musical di Andrew Lloyd Webber, il quale cura sia la sceneggiatura che le musiche del film. Il risultato è un’opera di grande impatto visivo e uditivo e lo spettatore è immerso in una splendida sintesi di musiche e immagini che riescono a rapire e ad emozionare. La storia ha il fascino del mistero ed in essa passato e presente si intersecano per costruire una trama ricca di colpi di scena e di romanticismo. Christine è orfana di entrambi i genitori e vive e lavora come ballerina all’Opera di Parigi. La ragazza possiede una voce bellissima, ma nessuno sa di questo suo dono, finché un giorno le circostanze la inducono ad esibirsi sul palco dell’illustre teatro ed è subito un grande successo. In realtà, Christine fin da bambina è guidata da un “angelo della musica” che suo padre, prima di morire, le aveva inviato per proteggerla ed insegnarle l’arte del canto. Ma l’angelo non è un angelo, piuttosto un fantasma che vive nell’oscurità del teatro e il cui viso, deforme, è parzialmente coperto da una maschera. Gli impresari e coloro che lavorano all’interno dell’Opera sanno della sua esistenza, così come Madame Giry, personaggio chiave della storia, ma nessuno lo ha mai visto, nonostante le continue lettere indirizzate agli impresari e recanti la sua firma. Christine è attratta e plagiata dalla misteriosa voce dell'”angelo”, ma il suo cuore è diviso perché durante uno spettacolo incontra Roul e si innamora di lui, ricambiata. Il fantasma non approva questo sentimento e fa di tutto per non perdere la sua “musa”, ma Christine sceglie Roul e ciò innesca nell’oscuro personaggio il desiderio di vendetta. Attraverso musiche sublimi e colpi di scena, l’emozionato spettatore assiste a magistrali giochi di specchi ed esplora col fiato sospeso i labirintici sotterranei dell’Opera, regno dell’ “angelo della musica”. Il fantasma canta in maniera divina e riesce persino a conquistarsi la simpatia del pubblico con degli “scherzi” che poco piacciono agli impresari, ma è un assassino. Egli ama e odia allo stesso tempo e il bene e il male si fondono in questo personaggio che, nonostante tutto, possiede un fascino irresistibile. In realtà, sotto quella maschera si nasconde un disperato bisogno d’amore da parte di un uomo che dalla vita non ha mai ricevuto nulla se non disprezzo e sofferenza. Il film-musical fa riflettere sulle devastanti conseguenze dell’emarginazione e su come una solitudine portata agli estremi possa trasformare un “angelo della musica” in un mostro.
Francesca Squillaci