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Il lungo coccodrillo verde

Il poeta N. Guillén, così soleva descrivere Cuba nei suoi versi: “Lungo coccodrillo verde con occhi d’acqua e di pietra”. Cuba è l’isola più grande dell’Arcipelago delle Antille che comprende migliaia di isole e isolette dette cayos; abitata da popolazioni amerindie tra cui i Taino [1], dalla cui lingua deriva il nome (cubanacán, che significa un luogo centrale), quando vi giunsero gli Spagnoli, alla fine del XV secolo, era ancora scarsamente abitata e la popolazione indigena venne decimata, soprattutto da epidemie. Nel XVIII secolo, l’estendersi delle piantagioni di canna da zucchero determinò l’effettivo popolamento di Cuba, con afflusso di circa un milione di neri, oltre ad alcune decine di migliaia di contadini cinesi. Colonia spagnola fino al 1899, l’isola diventò in seguito un protettorato statunitense, governato anche in modo dittatoriale. Note sono le vicende del generale Batista a cui seguì, nel 1959, la rivoluzione guidata da Fidel Castro. Questi instaurò un regime di tipo socialista fortemente osteggiato dagli Stati Uniti che decretarono l’embargo totale nel 1961. La Carta Costituzionale cubana si rifà alle idee di Marx, Engels, Lenin e Josè Martì, considerato dai Castristi il “padre della patria”. Oggi è al potere il fratello di Fidel, Raoul, e sotto la sua presidenza cominciano a vedersi parziali segnali di apertura e liberalizzazione. Sebbene il turismo cubano sia ancora giovane, rappresenta una risorsa economica importantissima insieme alla canna da zucchero, al tabacco e al caffè.

Quella cubana è una società multietnica fortemente integrata dove il razzismo è praticamente assente. E’ composta da discendenti di coloni spagnoli, da mulatti, neri e anche cinesi, tutti abbastanza aperti e ben disposti verso i turisti. Questo melting pot si riflette anche nella musica e nella cucina cubana, mescolanza di tradizione spagnola, africana e, in misura minore, asiatica. Le bellissime spiagge, tra cui quella di Varadero, i parchi naturali e le riserve, la Habana e Santiago de Cuba, famosa per il suo carnevale sono le maggiori attrazioni turistiche dell’isola. In particolare la Habana, fondata nel 1515 e patrimonio UNESCO, è divisa tra città vecchia, di impronta spagnola e la città nuova, composta da quartieri moderni. Ed è proprio la parte più antica il soggetto di alcune tele bellissime tra cui questa (Azoteas de la Habana, “Terrazze de l’Avana”, 1928) di Eduardo Abela, detto “Gauguin delle Antille”, vissuto nella prima metà del ‘900 e fortemente influenzato dalla pittura italiana e dal muralismo messicano. Sorseggiare un Cuba libre sdraiati su di una splendida spiaggia, ascoltando una rumba è l’aspirazione della maggior parte dei turisti che si recano nell’isola. Ma proprio dietro l’angolo c’è ancora vivo il ricordo di attentati terroristici, del traffico di droga, della disoccupazione, del sangue dei vinti.

Giuseppina Cuccia