Il mai nato
Casey è tormentata da incubi nefasti, in cui un feto prende vita e un bambino demoniaco la perseguita. Quando questa presenza inizia a manifestarsi anche durante il giorno e degli strani fenomeni continuano ad intaccare la sua vita quotidiana, minacciando le persone che lei ama, decide di indagare e interpretare tutti i segni, arrivando a scoprire un segreto terribile che affonda le radici nella storia della sua famiglia…
Il mai nato (titolo originale: The unborn), del regista e sceneggiatore David Goyer, già noto per film come Batman Begins e Trinity, racchiude in sè diversi elementi e rimanda ad altre (note) pellicole horror. La storia di Casey passa attraverso l’olocausto e la religione ebraica, con richiami a credenze e tradizioni popolari e alla genetica: un’anima che vaga alla ricerca di un corpo, che si serve degli specchi per passare dal suo mondo a quello dei vivi, e che utilizza il legame tra persone nate (o non nate, come in questo caso) da un parto gemellare, per rivelarsi. Già dal primissimo fotogramma si intuisce il clima di paura e angoscia che regna in questo horror, e non mancano scene violente e di forte impatto emotivo: esperimenti sui bambini ad Auschwitz, scorpioni che riempiono intere stanze, corpi che si trasformano in esseri dannati. Al cinema è stato infatti vietato ai minori di 14 anni.
Nonostante la trama originale e la buona realizzazione, il numero eccessivo di tematiche affrontate e i collegamenti fin troppo evidenti a precedenti illustri come L’esorcista, The ring e The grudge lo rendono a tratti confusionario, superficiale e, in alcuni passaggi, scontato.
Da segnalare Gary Oldman nel ruolo del rabbino Sendak.
Mariangela Celiberti
Complimenti, bell’articolo..e poi concordo a pieno con il tuo giudizio di scontato. Infatti vedendo il film si nota che ha una trama potenzialmente affascinante, ma che precipita nel corso della sua realizzazione. Inoltre vorrei aggiungere una cosa..spero che prima o dopo i produttori di film horror americani noteranno quanto sia assurdo proporre storie in cui il protagonista in pericolo per salvarsi chiede aiuto ad altri e nel finale riesce quasi sempre a sopravvivere..ma causando la morte di tanta gente che lo ha aiutato. Io lo considero un paradosso troppo assurdo!
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