Pubblicato il: 25 Agosto, 2007

Storie di città: il nobile decaduto

Una villa in Corso ItaliaQuando la cecità di un’amministrazione fa il resto.

In molte città una delle cose che attira maggiormente è il mistero e il fascino di monumenti, di vie antiche e di grosse ville d’epoca che si ergono nelle strade del centro o in periferia. Catania ne è piena lungo viale Mario Rapisardi, Corso Italia fino a Piazza Europa. Nella maggior parte dei casi questi grossi casali appartengono al Comune che ne ha fatto uffici di vario genere, oppure a grossi imprenditori che hanno investito il proprio capitale per adibirli a ristoranti e a sale di ricevimento; nei casi più rari a eredi che il più delle volte le hanno lasciate marcire in bella mostra. In quest’ultimo caso non sono mancati i soliti atti vandalici che hanno danneggiato i villoni stile liberty distruggendo vetrate, piante, portoni e quant’altro possa rappresentare estetica o valore. Così bisogna prendere atto del panorama traviato e traviante che ne deriva. Ma quando (seppur non con intenti vandalici) la noncuranza e l’errore dell’amministrazione locale provocano la distruzione di tali edifici, cosa succede? La rabbia potrebbe essere doppia e giustificata. Siamo intorno ai primi anni ’90 e siede al palazzo degli Elefanti per il primo mandato Vincenzo Bianco. Da lui (o da un suo assessore) parte l’ordine di abbattere una villa stile liberty posta in Corso Italia, vicino alla caserma di Polizia. L’edificio in questione rappresenta un patrimonio storico di enorme valore e ci si rende conto dello scempio a metà demolizione, così a distanza di 15 anni ci si ritrova mezza villa pericolante posta in una zona in di Catania, che oltre a essere un problema per la sicurezza del cittadino (infatti è stata transennata a dovere) è un insulto all’estetica e al panorama stesso di una città artisticamente valida come Catania. Cosa è passato, in quel momento, per la testa all’amministrazione Bianco? È’ stato tanto osannato ma non si capisce da chi, visto che ultimamente gli stessi cittadini ne hanno decretato la sconfitta in maggioranza; risulta essere reo di essersi appropriato di progetti già fatti, reo di pensare solo al verde, di attuare misure importanti con superficialità, di essersi dimenticato del Catania calcio e di essersi accordato con la Mala per non avere problemi nelle vie del centro. Questo è l’ennesimo biglietto da visita che ci ha lasciato la sua amministrazione, ricordiamocene in avvenire.

Paolo Fassari

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