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Il patrimonio storico a pezzi: il degrado del castello di Maddaloni

Continua il nostro viaggio all’interno della cultura dimenticata, di come, in Italia, ci sia una scarsa attenzione per la conservazione di monumenti, siti archeologici e resti di antiche civiltà. Stavolta l’interesse si sposta a Maddaloni, in provincia di Caserta, città fortificata e protetta da un castello sorto presumibilmente nel 1099 e strategicamente posto a guardia dell’antica via Appia. Ancora una volta, purtroppo, ci si trova di fronte all’ennesimo caso di mala amministrazione e di una conservazione pessima dei beni archeologici che il nostro territorio ci regala. L’intero complesso medievale risulta, infatti, completamente abbandonato, invaso da erbacce e rovi, lasciato all’incuria del tempo, ma il vero colpo nell’occhio arriva quando si osserva la pericolante Torre Artus posta a sud del castello, la cui stabilità (già messa a serio rischio dal terribile terremoto del 1980) è in uno stato di criticità assoluta a causa dell’evaporazione delle montagne. La collina su cui sorge il complesso, infatti, è stata letteralmente mangiata; qualcuno ha permesso a un cementificio di “squarciarla” ed estrarre pietre, sabbia e ghiaia. Oggi, la cava è in disuso, ma gli strascichi di quell’azione devastante sono tuttora concreti: la Torre Artus si trova sull’orlo di un precipizio, al culmine di una gola di cave esaurite e il rischio di crollo è elevato. Uno scenario impressionante che va avanti ormai da decenni, con la torre che continua a sgretolarsi e gli amministratori che restano immobili, ma sorridenti. Nelle vicinanze del complesso, quando ti fermi ad osservare questo scempio, la domanda che sorge spontanea è questa: che cosa sto visitando? I resti e i ricordi di un’antica civiltà, i sistemi di difesa del periodo medievale? Riflettendoci, la risposta risulta essere completamente diversa: nessun percorso a ritroso, nessun ricordo di novecento anni di architettura e di ingegneria, ma solo l’amara costatazione di come la nostra civiltà, la moderna civiltà occidentale, si stia lentamente lasciando andare sull’oblio del degrado e del disinteresse culturale.

Massimiliano Mogavero