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Imago Mortis

Bruno è uno studente alla scuola di cinematografia che, dopo l’incidente in cui sono morti i suoi genitori, decide di lavorare per l’ archivio del suo istituto in cui sono conservati documenti e filmati. Un giorno intravede un ragazzo morto nel cortile della scuola ed allora si rende conto che quella strana presenza, sempre più insistente, sta cercando di fargli capire qualcosa. Grazie al materiale conservato nell’archivio e alla scoperta di uno strano oggetto in una caverna indicatogli dal ragazzo, arriva a portare alla luce un segreto terribile che accomuna i professori della scuola e riguarda la storia degli orrendi  esperimenti di un certo scienziato di nome Fumagalli…

Imago Mortis, horror di produzione italo-spagnola, ha atmosfere macabre, rari momenti di luce, e un’ambientazione cupa che molto riescono a dare ad un’idea di fondo originale: quella secondo cui, grazie ad una macchina inventata dallo scienziato Girolamo Fumagalli nel 1600 e quindi prima dell’invenzione della fotografia, si possa catturare l’ immagine impressa nella retina dei bulbi oculari di una persona nel suo ultimo istante di vita.   E’ infatti intorno a questo esperimento che si sviluppa l’intera storia del film, tra omicidi efferati e segreti sepolti dalla polvere e dagli anni. Tuttavia la recitazione approssimativa nonostante la presenza di Geraldine Chaplin, che sembra prediligere i ruoli in film horror dopo il riuscito  “The orphanage” e il ritmo del film  meno incalzante e coinvolgente di quanto i colpi di scena potessero richiedere lo rendono a tratti  noioso e  nell’insieme poco soddisfacente. Anche il finale- con le anime di chi è morto tragicamente che trovano finalmente la pace è un po’ troppo scontato. Le scene violente sono pochissime e scorre molto meno sangue di quello che si possa immaginare:  la paura che si avverte è silenziosa ed è soprattutto mentale, quando si affronta un tema delicato come il passaggio dalla vita alla morte.

Mariangela Celiberti