Pubblicato il: 17 Giugno, 2009

Intervista a Pippo Failla, artista libero

failla1«E’ un cittadino del mondo
qualora il mondo
fosse una cosa pulita
come la sua arte
»

Le parole che Wanda Marliani dedica a Pippo Failla ci fanno capire molto di questo artista catanese, apprezzato all’estero, così estroso e così umile, sperimentatore ma custode di conoscenze e tecniche antiche, aperto al surreale ma immerso nella realtà; osservando i disegni e le sculture di Pippo Failla, esposte dal 5 al 24 giugno nelle Cucine del Monastero dei Benedettini, emergono le idee di un’artista senza tempo, di un uomo che ha vissuto una vita intensa e che ha tanto da raccontare. Ogni suo disegno è una sorpresa, un’incursione della fantasia nel mondo: già a partire dal soggetto principale, che è quasi sempre l’essere umano – poco importa che sia un uomo o una donna – emerge uno spiccato interesse per le forme, per il ventre, eterno simbolo di maternità ma talvolta metafora della sazietà, dell’abbondanza gozzovigliante; attorno all’essere umano si avvicendano una serie di leit motiv iconografici, come la tiara papale o il cappotto vuoto, che simboleggiano il potere, l’ingordigia e la falsità delle istituzioni, ai quali fanno da contrappeso le ali d’angelo e gli strumenti musicali; ma cercare di imbrigliare l’arte di Failla sarebbe una follia, le sue sculture e i suoi disegni devono essere osservati, studiati, interrogati. Ed ecco che questo cittadino del mondo non sfugge alle domande che gli pongo, raccontandomi di lui e delle sue idee:

-La Marliani dice di lei: “..è uno spirito libero/ nel suo regno squillano gli ideali”. Quali sono questi ideali?

Innanzitutto il rispetto per l’umanità, la ricerca della fratellanza..ma come artista il mio ideale supremo è la libertà: per fare arte bisogna essere liberi di pensare e di agire, bisogna superare gli schemi precostituiti e non afflosciarsi nella routine; inoltre disegno tutto ciò che mi passa per la mente, senza starci a pensare più di tanto.

-Le sue opere sono aperte al surreale, eppure lei è un artista decisamente impegnato…

Per me il surrealismo è sinonimo di libertà, si tratta di incursioni oniriche nell’espressione artistica; però ho sempre avversato la figura dell’artista “fuori dal mondo”; bisogna agire e combattere i mali odierni, primo fra tutti l’inquinamento: i signori capitalisti non hanno nessun interesse cambiare lo stato attuale delle cose, la triste verità è questa. E’ per questo che disegno spesso pesci metallici, per indicare quanto l’uomo stia sporcando e corrompendo la natura.

-Si definirebbe quindi un artista irriverente nei confronti del potere?

Non esattamente; spesso sono stato definito “anarchico”, ma in realtà io riconosco il valore della legge e lo rispetto. Ma non posso fare a meno di denunciare, attraverso la mia arte, le malefatte del capitalismo. Sulla politica posso solo dire che è “cosa loro”, non è un lavoro altruistico, non ha lo scopo di aiutare i cittadini e ciò è evidente e diffuso nell’intero mondo politico.

-Qual è il suo rapporto con Catania?

E’ la mia città natale, e purtroppo adesso questa mia città è in agonia e ha bisogno di aiuto. Di certo non regge il confronto con Zurigo, dove si fa veramente arte, dove esiste la civiltà, ma io amo Catania ugualmente, e credo che il vero amore significhi esserci proprio nei momenti più difficili.

-Mi parla di una sua opera che reputa particolarmente rappresentativa? [vedi foto]

Le donne nella gabbia..sono prigioniere in una gabbia d’oro, che è persino aperta, eppure non sono capaci di uscirne; questa gabbia simboleggia la finta ricchezza, la ricchezza materiale, che spesso conduce solo alla schiavitù, ossia i vizi, la noia, le dipendenze da svaghi autodistruttivi. La vera ricchezza non può essere comprata, la vera ricchezza è la libertà.


Ornella Balsamo

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