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João Botelho: omaggio al cinema portoghese

Il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine rende omaggio al cinema portoghese con una retrospettiva dedicata al regista João Botelho. Personaggio inconsueto e anticonformista, Botelho prende le mosse dal cinema classico, ne rivede la struttura narrativa per poi giungere a rappresentare la quotidianità tramite percorsi diretti e sintetici, intervenendo, rimescolandole, su alcune inquadrature fondamentali. “Il mio tentativo è rendere fisica la metafisica. E’ un po’ strano quello che dico ma è vero: cerco di dare uno spessore, di rendere quasi palpabili delle entità che non si possono toccare o che sono molto difficili da toccare. Rendere fisica la metafisica, rendere fisiche le idee. E l’aria dà molti spunti per parlare di questo.”

Nel 1974 si iscrive alla Scuola di cinema del conservatorio nazionale di Lisbona. Nel 1976 fonda la rivista cinematografica “M”. Dopo alcune, iniziali regie televisive realizza, nel 1978, il primo cortometraggio “Alexandra e Rosa”. Il suo debutto nel cinema avviene, nel 1981, con Conversazione conclusa tra Pessoa e Sá-Carneiro, film sulla trasformazione delle categorie economiche e politiche, che vince diversi premi internazionali. Nel 1993 realizza Aqui na terra (Qui sulla terra), indagine sui tempi morti tra due azioni e l’anno dopo 3 Palmeiras, con cui mette a nudo le contraddizioni di Lisbona attraverso la storia di una partoriente e il “centellinato” trascorrere di una giornata.  Bothelo realizza, poi, Tráfico (Traffico, 1998), commedia bizzarra e frivola, fatta di storie e avventure diverse, e Quem es tu? (Chi sei tu?, 2001) film-tragedia che trae spunto dalla pièce teatrale Frei Luis de Sousa di Almeida Garret. Le opere in programmazione a Udine sono 3 Palme (3 Palmeiras) e L’aria nel giorno del mio compleanno (O ar: No dia dos meus anos).

Il primo film è ambientato a Lisbona, nel 1994. Un giorno d’inverno, tra le sei del mattino e le due del pomeriggio. Una donna di quarant’anni si dispera durante le otto ore che precedono la nascita del primogenito. Tra risate e lacrime, il suo compagno, molto più giovane di lei, le racconta storie coincidenti con le ore che trascorrono, facendole, così, dimenticare il dolore. Racconti tragici, comici, caotici, allucinati. Nel momento in cui, nel primo pomeriggio, il cadavere dell’eroe di uno dei racconti è trascinato dal fiume, il neonato inizia a gridare; grida drammatiche e piene d’emozione. Al mattino, Lisbona è così. Nella secondo film, dei bambini giocano a sparare agli aerei che atterrano. Un pilota d’aereo telefona a casa: nessuna risposta. Miguel sta facendo il bagno: dopodomani compirà sette anni; non ha mai conosciuto suo padre. Lo incontrerà.

Irene Stumpo