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La banca che valorizza il tempo

Foto by ciocci in licenza CC

La crisi recente del sistema bancario internazionale ha messo in evidenza lacune e zone d’ombra della finanza mondiale, rilanciando gioco forza una “istituzione” molto particolare, capace di valorizzare in maniera concreta uno dei beni dell’uomo di maggior pregio: il tempo. Accade così che un insieme di associazioni appartenenti al circuito delle cosiddette Banche del Tempo si occupi di mettere in contatto i rispettivi soci al fine di permetter loro di scambiare proficuamente alcune ore delle proprie giornate. Il meccanismo è molto semplice e si basa sul concetto del baratto: ciascun soggetto, infatti, mette a disposizione degli altri associati la propria competenza in una determinata materia beneficiando così di una prestazione equivalente in una materia diversa. Le prestazioni d’opera hanno tutte lo stesso valore, misurabile in durata, che sancisce una sorta di omogeneizzazione del tempo speso, equiparando uno sforzo fisico ad uno intellettuale. Può accadere pertanto che un abile violoncellista con qualche problema all’impianto Hi-fi dedichi due ore di lezione ad un aspirante musicista, ottenendo in cambio due ore di manodopera di un esperto in elettronica che possa aggiustarne lo stereo. Un principio tanto elementare quanto geniale, che in un momento di crisi globale in cui la carenza d’impiego ha ridotto drasticamente il lavoro, incrementato il numero di disoccupati e di conseguenza anche il loro “tempo libero”, ha creato nuove opportunità per far quadrare il bilancio mensile di milioni di famiglie. Un tangibile aiuto aggiuntivo per scacciare una volta di più i demoni della recessione.

Andrea Bonfiglio