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Pubblicato da Francesca Licitra Il venerdì 20 Febbraio, 2009 con 1 Commento

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  1. Gian Maria ha detto:

    Mi sa che, anche in uno spazio max di 3000 battute, si potrebbero fare analisi un po’ più ardite. Intanto perchè democrazia e uguaglianza di diritti (fatti salvi quelli dell’habeas corpus) non sono sinonimi. Democrazia significa solo che un governo viene eletto con libere elezioni popolari dagli aventi diritto. Ogni altra acquisizione di uguaglianza sociale è tutta da venire: per questo esistono una costituzione e dei codici legali. Immissioni incontrallate di immigrati non sono contemplate né nell’una né negli altri, tanto per essere fiscali – questo non vuol dire che bisogna bastonarli quando arrivano a Lampedusa o bruciarli tutti se una donna viene stuprata e uccisa da un rumeno a Roma, ma rimandarli indietro sì. Almeno fintanto che l’immigrazione clandestina rimane un reato. Ne va della stessa sopravvivenza del concetto debole di democrazia che questo articolo sostiene: democrazia non vuol dire ecumenismo.
    Inoltre, per quante imperfezioni e ingiustizie vi siano nelle gestioni degli stati democratici di stampo europeo, sono davvero i migliori per la vita e la prosperità di ogni individuo: bisognerebbe provare un po’ capital-comunismo cinese o di teoria delle caste indù o di segregazionismo islamico o di tribalismo africano prima di sputazzare egualitarismo spicciolo.
    Quando un’acquisizione come la democrazia moderna viene messa in crisi, se non a repentaglio, da immigrazioni incontrallate e fondamentalismi, occorre prendere provvedimenti seri, non lasciare che le cose seguano il proprio corso. Questo non implica né Guantanamo né la guerra in Iraq né le recrudescenze xenofobe dei partiti regionalisti, che stemmano solo da mancanza di determinazione politica nell’affrontare la questione immigrati. E la causa di quell’immobilismo è la confusione tra democrazia e egualitarismo che questo articolo ripropone.

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