Pubblicato il: 18 Ottobre, 2008

La Fuga degli Italiani

Come sarà l’Italia tra Cent’anni? Dai molti blog e forum che transitano in rete, la risposta prevalente sembra essere :«Un’ Italia senza italiani». Sembrerebbe una contraddizione, eppure il fattore rilevante tra i  giovani è il senso di inadeguatezza  al posto in cui vivono. L’idea di dover lavorare la terra dei nostri nonni o di continuare la professione dei nostri padri, sembri che non convinca i più i ragazzi a restare nel luogo di origine, ma bensì ne scaturisce una reazione contraria, così da portare con maggiore disinvoltura 20enni alla scoperta di paesi lontani. Come la storia non riesce mai a stupirci, è un dato di fatto, ma che la grande emigrazione avvenuta tra il 1876 e il 1915  che ha portato circa 14 milioni di persone a raggiungere le coste degli Stati Uniti, Brasile e Argentina per colmare il sogno di una vita migliore si stia ripresentando, è pura falsità.

Eppure molti dei blogghisti ha già attuato uno spostamento all’estero, ma dato più sorprendente è che il 60% di questi non ha intenzione di ritornare in Patria! Sarà per il caro vita che ci sta mettendo in ginocchio; sarà per la qualità del lavoro, molto più bassa rispetto alla media europea; sarà per la mentalità, bigotta e ancora troppo conservatrice, ma la gioventù  italiana vuole lasciare il paese più bello d’Europa (per alcuni il più bello del mondo) e trasferirsi in una delle capitali europee quali Londra, Dublino, Madrid, ecc…Che ospitano la maggioranza della  popolazione composta da giovani tra i 18-35 anni. Insomma una bella differenza! Confrontando il nostro “Stivale” con gli altri paesi europei, si potrà notare la grande differenza che intercorre tra la nostra cultura, per certi versi rudimentale, e quella all’avanguardia dei nostri cugini oltr’Alpe. La cultura nord-europea in genere, induce la classe giovanile ad allontanarsi dal nido materno  già al pieno raggiungimento della maggiore età, al fine di responsabilizzare il ragazzo; mentalità contrapposta alla nostra che non aiuta l’allontanamento dalla famiglia bensì rimanda la sua piena autonomia. I vari governi che si sono susseguiti non hanno ben compreso il problema: i giovani devono tornare ad essere il punto di partenza per guardare avanti, incentivando le iniziative giovanili, facilitando l’ingresso nel mondo del lavoro ( in Italia l’età media in cui si inizia a lavorare è 40 anni), e aiutando le imprese giovanili a farsi avanti nel mondo dell’imprenditorialità.

Un giovane oggi incontra mille ostacoli di fronte la prospettiva di potersi aprire un’attività indipendente, senza contare i rischi che si incorrono. Bisognerebbe tornare a far splendere il sogno italiano, a credere nei valori e ad amare la nostra Madre Patria! Immaginare l’Italia tra Cent’anni, avendo posto tutte queste premesse, è senz’altro una proiezione negativa, ma possiamo sperare in soluzioni alternative per arginare il problema e lasciare che il nostro Bel Paese resti nelle mani dei nostri figli.

Fabiana Cappelli

Displaying 1 Commento
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  1. Leandro ha detto:

    Credo che l’ipotesi sia corretta, anche perché l’Italia è VECCHIA e non fa figli. Il recente rapporto Caritas sulla povertà parla di un 30% di poveri, e che chi ha una famiglia numerosa è al 50% povero. Dati che uniti a quelli presentati di una Italia intellettualmente attiva ma che SCAPPA non lasciano altra previsione se nn quella della morte del popolo italiano.

    Qualcuno dice che il popolo italiano era già morto perché sen’anima, ma forse la tendenza si puà invertire?

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