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La medicina narrativa: una nuovo modo per intervenire

Il concetto di “medicina narrativa” si è sviluppata di recente in Italia (infatti la società italiana di medicina narrativa nasce nel 2009) ed è un modo nuovo di intervenire sul paziente attraverso la narrazione, da parte dello stesso, dei suoi sentimenti riguardo la propria malattia. Infatti nuovi studi dimostrano come il racconto delle sofferenze del paziente dia al medico l’opportunità di incentrarsi unicamente e interamente sul soggetto e a formulare nuove ipotesi di cura. Si è sentita l’esigenza di recuperare l’ormai perduto rapporto medico – paziente, dove la patologia del paziente è considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa. Il paziente deve narrare la sua esperienza attraverso diverse forme di scrittura quali poesie, versi, disegni e pitture che in qualche modo trasmettano cosa si ha dentro. Si è scelta la scrittura perché essa restituisce alle persone la centralità di cui hanno bisogno; offre, agli operatori, la possibilità di avere una visione più completa dei problemi e a quanti si occupano di costruire progetti di salute pubblica di avere una visione più realistica e sensibile dei bisogni e delle potenzialità delle persone affette dai diversi tipi di patologie. Le narrazioni, infatti, non devono assumere il carattere di uno “sfogo semplicemente liberatorio”, ma intendono descrivere situazioni di bisogni inevasi e di diritti violati. Raccontare la propria sofferenza, le proprie difficoltà deve essere fatto in modo costruttivo distinguendo il momento esclusivamente emotivo dalla ri-elaborazione di ciò che è accaduto o della situazione che si vive. Questo nuovo approccio del medico nei confronti del malato, darebbe anche coraggio a tutte le persone che da anni lottano contro le sofferenze senza sentirsi soli e ignorati.

Caterina Tipa