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Le civiltà e gli investimenti perduti

Poco tempo fa ci eravamo occupati di un importante ritrovamento archeologico in Montenegro. Ebbene, la saga continua e questa volta con un pizzico di esotismo in più dato che ci spostiamo nel mar dei Caraibi, meta decisamente più appetibile per gite a sfondo scientifico.

La notizia è comparsa sul quotidiano Herald de Paris e ha tutte le carte in regola per regalare spunti per film e libri. Un gruppo di archeologi avrebbe scoperto le rovine di una grande città antica sui fondali del Mar dei Caraibi. Indiscrezioni la daterebbero prima delle piramidi di Giza in Egitto. Qualcuno parla già di Atlantide, e le foto nel web si moltiplicano. Ovviamente coordinate segrete per evitare curiosi, turisti e predoni pronti a vendere anche un sassolino al più affamato dei collezionisti privati.

Ora, la fantasia si sa può andare a briglie sciolte, ma non sarebbe poi così strano ipotizzare che si tratti di una civiltà marinara, e i referti nella letteratura occidentale antica non mancherebbero certo nel avallare questa teoria.

Non è nemmeno la prima volta che tracce di una possibile civiltà sommersa emergono dal mar dei Caraibi. Nel 2001 fu la volta di Cuba e della scoperta attribuita al gruppo di scienziati di Advanced Digital Communications: grazie all’utilizzo di un sonar l’equipe aveva individuato strade, rovine e persino una piramide. Ma il tutto venne dimenticato in fretta nonostante gli sforzi della letteratura di settore: in Le porte di Atlantide (2000), Andrew Collins avanzava la tesi che Cuba fosse l’alcova di una vasta civiltà pre-colombiana; Ivor Zapp e George Erikson, in  Le Strade di Atlantide (2002), correggevano il tiro sul Costa Rica; F. A. Mitchell-Hedges in Honduras.

Fino a qui la storia ha dell’incredibile. Ma la parte sensazionale deve ancora arrivare. Al di là del fatto che le coordinate non siano state rivelate e che non si sappia niente di questa fantomatica spedizione, i presunti scopritori non hanno tardato a chiedere fondi tramite un numero di telefono. Guardacaso intestato al giornalista che ha avuto l’esclusiva sulla notizia, Jes Alexander.

Forse oltre che di civiltà civiltà, qui di potenziali ricchezze perdute sempre si tratta.

Luca Colnaghi