Hai ragione! Quelle domande (e pure altre) andrebbero fatte esigendo, non mendicando come dei poveri sfigati, delle risposte. Ma il problema più grande grandissimo e proprio quello che sollevi con l’ultima tua domanda: “E l’indignazione, dov’è finita?”. Il fatto è che, a parte un generale borbottio di pentola di fagioli, l’indignazione vera, quella che fa passare all’azione, non c’è. Analizzare lo stato psicologico del popolo italiano è compito eventualmente di altri luoghi. Io, microbo, dopo tanto pensare mi sono (quasi) convinto che la risposta è una sola e antichissima, tristissima, demotivante e di un pessimismo bestiale: panem et circenses. Con questa formula chimica si possono governare, credo, tutti i popoli.
Hai ragione! Quelle domande (e pure altre) andrebbero fatte esigendo, non mendicando come dei poveri sfigati, delle risposte. Ma il problema più grande grandissimo e proprio quello che sollevi con l’ultima tua domanda: “E l’indignazione, dov’è finita?”. Il fatto è che, a parte un generale borbottio di pentola di fagioli, l’indignazione vera, quella che fa passare all’azione, non c’è. Analizzare lo stato psicologico del popolo italiano è compito eventualmente di altri luoghi. Io, microbo, dopo tanto pensare mi sono (quasi) convinto che la risposta è una sola e antichissima, tristissima, demotivante e di un pessimismo bestiale: panem et circenses. Con questa formula chimica si possono governare, credo, tutti i popoli.
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