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Le sirene e il fascino del mistero

Nell’immaginario collettivo le sirene sono creature marine con il corpo metà donna e metà pesce, tuttavia, in alcune culture orientali esse vengono raffigurate con le ali e con il busto da donna (arpie). Si racconta che le sirene ammaliassero i navigatori con la loro voce suadente, stregandoli al punto da far loro condurre la nave verso gli scogli, facendola naufragare. Si tratta di figure incantatrici e la più famosa citazione sulle sirene è senza dubbio quella fornita da Omero nell’Odissea: Ulisse le incontrò durante uno dei suoi viaggi e, grazie allo stratagemma dei tappi di cera, riuscì a rendere immune il suo equipaggio dal loro canto ipnotico, mentre egli si fece legare all’albero maestro della nave per poter ascoltare quelle dolci note senza, tuttavia, rimanerne plagiato. Soltanto a partire dal Medioevo le sirene iniziano ad essere rappresentate nella tradizione iconografica con il corpo metà donna e metà pesce. Secondo la mitologia greca le sirene sono figlie di Mnemosine e del fiume Acheloo e la loro dimora è collocata tra i mari della Sicilia e il golfo di Napoli (la città partenopea prende il suo nome dalla sirena Partenope). Ma perché le sirene suscitano tanto interesse? Si tratta di semplice mitologia o il mito affonda le sue radici in episodi storici? Nel 1493 Cristoforo Colombo, viaggiando intorno all’odierna Haiti, scrisse di aver avvistato delle sirene e nel 1614 anche il capitano John Smith (il cui nome si lega a quello di Pocahontas) navigando nell’Atlantico annotò sul diario di bordo di aver visto sirene con “orecchie ben formate e lunghi capelli verdi”. Nel 1608, invece, fu l’esploratore britannico Henry Hudson, da cui prende il nome la famosa baia, a riportare sul suo diario un’accurata descrizione di queste creature marine: “Il seno è come quello di una donna, il corpo grande come il nostro, la pelle molto bianca e i capelli neri, quando si è immersa abbiamo visto la coda”. Secondo la scienza, probabilmente sia Colombo che Smith avevano avvistato un dugongo, un mammifero acquatico appartenente alla categoria dei sirenii in cui le ghiandole mammarie sono localizzate a livello di torace: ciò avrebbe fatto credere ai navigatori di aver visto delle sirene. La spiegazione sembra essere più che plausibile anche se non giustifica la presenza dei dugonghi in acque diverse, né spiega il canto attribuito, da sempre, alle sirene. Queste creature hanno stimolato, nel tempo, la fantasia di molti scrittori tra cui il danese Hans Christian Andersen (1805-1875) che con la sua Sirenetta è riuscito a commuovere il mondo. Il tema è stato ripreso anche dalla Disney nell’omonimo e fortunato lungometraggio del 1989. La scienza ha fornito delle risposte razionali agli avvistamenti delle sirene ma ciò non frena il fascino del mistero, né l’ondata di visitatori che ogni anno affollano Copenhagen per visitare la statua della bella sirenetta.

Francesca Squillaci