Pubblicato il: 18 Marzo, 2010

Li Artari di San Giuseppe

Si sa che le tradizioni resistono meglio nell’entroterra e in provincia di Enna ce n’è una molto particolare, attesa e apprezzata. Si tratta della festa di San Giuseppe celebrata con le ormai consuete “tavolate” o “artari”, grandi tavole imbandite con cibi, bevande e primizie di ogni tipo, offerti come ex voto al Santo. La tavolata, preparata in anticipo e addobbata con lenzuola bianchissime, merletti pregiati e immagini di San Giuseppe, viene aperta al pubblico il 18 Marzo, giorno precedente alla festa del 19. Già al tramonto, quindi, centinaia di visitatori affollano le vie dei quartieri andando in cerca delle varie tavolate, in passato circa 100 per ogni paese. Qui è possibile degustare i prodotti offerti, preparati grazie alla partecipazione di tutto il vicinato, come polpette di finocchietto selvatico, ceci, cardi fritti, sfinci, dolci di ogni tipo, ottimo vino di casa e le classiche “cuddure”, pane benedetto di svariate forme. Sapienti mani, già ai primi di Marzo, cominciano a industriarsi per organizzare al meglio la tavolata: bisogna raccogliere le verdure, tra cui i cardi spinosi e i finocchietti che si trovano solo in campagna, impastare il pane e cucinare le prelibatezze esposte la sera del 18. Sull’artari non devono mancare i calici che simboleggiano i “Santi”, cioè le persone, scelte tra le famiglie indigenti del paese, a cui verrà distribuito quanto imbandito sulla tavolata per il pranzo di giorno 19. Il numero dei “Santi” dipende dall’ex voto: più “Santi” si invitano e più numerosi sono i cibi cucinati. Tra tutti gli artari i più belli e numerosi sono a Valguarnera e Leonforte, segnalati, ora, da luci scintillanti mentre, in passato, si usavano delle scatole di cartone foderate da velina rossa e illuminate dall’interno. Immancabile l’allegria dei padroni di casa che fanno a gara per attirare visitatori e devoti e far si che questa antica consuetudine non venga irrimediabilmente abbandonata e dimenticata.

Giuseppina Cuccia

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