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Maria Stella Gelmini

Quando la sorella della ministra Gelmini, maestra e per di più iscritta alla Cgil diceva: “Mia sorella lascerà il segno nella scuola italiana”, pensavamo che avrebbe lasciato un graffio o al massimo uno sgorbio su carta. E invece c’è da ricredersi, la Gelmini, non ha lasciato un segno, bensì ha fatto molto di più: ha lasciato invalidi di guerra, ha raso al suolo peggio di Little Boy ad Hiroshima, ha rivoluzionato la scuola meglio di Maria Teresa d’Austria; non un segno ma una vera e propria filosofa del nichilismo: quando la scuola non c’è tutto è concesso – avrebbe detto Karamazov. Ma imperterrita, è andata oltre. Il suo talento in realtà si può ammirare nella semantica. Non tutti lo sanno ma la ministra sta lavorando alacremente ad un nuovo dizionario: il Devoto-Gelmini. Da fonti certe nel nuovo dizionario scomparirà la parola precario, sostituita da predeceduto, che significa letteralmente colui che può andarsi a prenotare un loculo ma con supplenza: appena si libera un posto verrà inserito nel tirocinio obbligatorio per morti. La parola mendico, sempre nel nuovo dizionario, indicherà: vecchio professore laureato, iscritto ai partiti di Lenin, credulone, colui che credeva nel merito come dottrina. La parola scuola significherà: vecchio luogo di raccolta per depressi cinquantenni che si eccitano con un libro di letteratura invece che con escort e leghisti che hanno i pisellini primavera verde carciofo – uomini che vogliono sovvertire il Vangelo secondo Brunetta e l’Apocalisse di Tremonti con pesanti sussidiari scritti da professori di sinistra. Insomma è l’evoluzione della donna italiana dopo il Viagra Milanese Impero. I suoi occhiali in realtà sono la maschera della massaia sguaiata, e le sue lenti sono fasulle come la sua abilitazione a Reggio Calabria che in Giurisprudenza vale quanto un brevetto di bagnino nella vasca da bagno. Ops! Ma come non guardare le sue mani: cesoie, mannaie, ghigliottine, asce, accette, motoseghe; nel suo ufficio non troverete libri ma attrezzi da macellaio e fabbro. Aveva ragione la sorella di Mariastella, non un segno ma un asteroide conficcatosi in Italia come una rivoltella che uccide l’educazione; una professoressa che non usa penne ma le mani di forbici di Edward. No, una stella ma una cloaca e lei il ragno che tesse la tela degli incolti.

Carmelo Caruso