Pubblicato il: 13 Aprile, 2012

Miriam e la geometria

Miriam-e-la-geometriaMiriam è una scrittrice, sposata con Pietro e madre di due figlie. Una vita divisa tra la sua famiglia e la sua realizzazione come donna, tra l’amore per un uomo che non c’è più e quello per qualcuno che potrebbe di nuovo renderla felice: perché Pietro, a causa di un incidente, si trova ormai irrimediabilmente in stato vegetativo. Tra i suoi amanti, i suoi incontri, una famiglia che custodisce segreti e passato e un viaggio dal Piemonte fino al Portogallo, Miriam ritrova se stessa e ciò che aveva perduto intorno al dolore…

“Miriam e la geometria”, romanzo d’esordio della regista Luisa Grosso, è il racconto di diversi occhi e diverse voci che parlano di sentimenti. C’è Miriam, la cui esistenza gira intorno alla parola “ancora”: è ancora giovane, ancora bella, ancora moglie. C’è Biagio, il suo amante, impotente sessualmente ed emotivamente. C’è Elena, sua figlia, che in un viaggio studio a Londra scopre l’illusione dell’amore e la terribile forza della violenza. C’è  Mike, il fidanzatino di Elena, che paga la sua estrema leggerezza nei confronti della vita. Ci sono  il padre di Miriam e la sua scelta di un nuovo futuro. E poi c’è Pietro, o meglio: ciò che è rimasto  di quell’uomo forte, bello e vigoroso che l’aveva fatta innamorare e soffrire, con il suo disperato bisogno di lei. A distanza di quattro anni dal tragico incidente che ha sconvolto il loro mondo, passando attraverso i sensi di colpa e tanti ricordi, Miriam prende una decisione: questa rinascita, testimoniata da splendidi paesaggi, e il suo dialogo-monologo con Pietro, sono tra i passaggi più belli del libro. I pensieri di Pietro, così struggenti e confusi, toccano l’anima e non si può non comprendere tutto il dolore e tutto il bisogno di felicità che si respira nelle loro vite. Seppur con delle pagine forse ridondanti ai fini della storia- la necessità di scoprire tutti le pieghe della loro mente è impellente- “Miriam e la geometria” è una lettura piacevole ed emozionante, che fa riflettere e commuove. Miriam è fragile e forte al tempo stesso; un po’geisha e un po’matrona, un po’servile e un po’indipendente, ritratto attuale di tutte quelle donne che cercano, ogni giorno e non con facilità, il proprio posto nel mondo.

Mariangela Celiberti

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