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Paralimpiadi meno importanti delle olimpiadi?

L’indifferenza continua nei confronti dei nostri campioni Paralimpici dal 6 al 16 settembre si sono tenute le Paralimpiadi, giochi Paralimpici o Paralimpiadi, sono l’equivalente dei Giochi olimpici per atleti con disabilità fisiche, visive o intellettive. Pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i suoi derivati.

Come ogni anno non si è data la stessa rilevanza che si da alle olimpiadi ,oltre alle medaglie di Pistorius che fanno rumore (è nota la vicenda che ha tenuto banco per l’esclusione e poi la riammissione alle olimpiadi), al resto è stato dato poca rilevanza nonostante abbiano partecipato atleti di notevole spessore. Fra gli italiani citiamo:  Walter Endrizzi (bronzo nella maratona categoria T46), Clara Podda, Michela Brunelli, Pamela Pezzutto e Federica Cudia (medaglia d’argento nel tennis tavolo  a squadre), il trio composto da De Pellegrin, Esposito e Vitale (bronzo nel tiro con l’arco), Maria Poiani e Cecilia Camellini (oro e argento nel nuoto, specialità 50 metri stile libero) e infine Protopapa, Agoletto, Signore, Saccocci e Franzetti (Canottaggio 4 con misto – LTA). Si potrebbe continuare ancora visto che il medagliere azzurro  conta almeno 18 medaglie. Purtroppo però in televisione tutto questo si è visto poco o niente. Forse per una questione di immagine narcisista che si porta dietro questa società? Anche se non c’è una risposta univoca a questa domanda  si deve sottolineare che ancora una volta tutto ciò che non è conforme ai canoni  viene messo ai margini, in barba ad atleti che si allenano tutto l’anno con enormi sacrifici.

Unica nota positiva in questo contesto è stata la telefonata del Presidente della Repubblica a  Pancalli per congratularsi del risultato degli atleti azzurri e per complimentarsi a seguito delle medaglie vinte. Fatto questo che ha rappresentato una vicinanza agli atleti Paralimpici impegnati a Pechino. Adesso tocca a tutti noi dover complimentarci con questi ragazzi ,con chi ha vinto e con chi non ha vinto, per l’impegno profuso durante tutto l’arco della competizione e che potrebbe essere vissuto come un chiaro esempio che la disabilità riesce a superare ogni barriera.


Peppe Musto