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Parler français? La voce di un giovane cosmopolita

L’intervista ad Arnaud non è casuale, lui era su una nave che dal Pireo viaggiava verso Brindisi, insieme ad altri tre ragazzi francesi. Avevano scarponi da trekking ai piedi e zaini enormi con pentole e scarpe appese un po’ ovunque, abbronzati e sorridenti tornavano da un viaggio molto lungo e duro a Creta: free camping. Così free che Arnaud e i suoi amici hanno scoperto una spiaggia inesplorata che hanno poi raggiunto a piedi. Per lui, quello era l’ennesimo viaggio a Creta, che conosce come le sue tasche, almeno quanto la lingua greca dato che i suoi nonni sono greci. Per noi è stato il primo viaggio in quell’isola e scoprirne il punto di vista più avventuroso e libero sulla nave di ritorno, ci ha fatto desiderare di tornare il più presto possibile. L’intervista è stata fatta in inglese, lingua che Arnaud non conosce come il francese e il greco, ma che abbiamo utilizzato come lingua franca.

Arnaud, quanti anni hai e da dove vieni? Parlaci di te, della tua vita.

Ho 22 anni e sono nato a Strasburgo, in Francia. Studio all’università e al momento ho tre lavori (incredibile ma vero!). In una settimana ho 35 ore di lezioni, ma a causa dei miei lavori non riesco a seguirle tutte. Studio storia, sociologia, biologia, psicologia, sport e scienze dell’educazione. Se siete curiosi di conoscere i miei tre lavori, ecco, io sono  educatore per bambini che hanno grosse difficoltà, sono anche istruttore di nuoto e di climbing. La mia famiglia è composta da altre tre persone: ho una sorella più piccola, mio padre che è uno psicologo, mia madre che è insegnante. Non so cosa voglio fare nel futuro, scriverò un libro, quando avrò il tempo!

Sei molto attivo nella vita sociale, cosa pensi del mondo e del tuo futuro?

Quando osservo l’attuale situazione finanziaria e sociale, io davvero non so se voglio entrare nel mondo del lavoro o provare ad unire le persone di tutte le nazionalità per combattere contro questo sistema di governo mondiale, che agisce secondo logiche economiche e non pensa a ricostruire la politica e la società. Penso che preferisco aiutare tutti coloro che hanno bisogno in questa terra e, soprattutto rivelare la verità. Ma con quali soldi? Io pratico molti tipi di sport, mi piace molto sciare e amo gli sport a contatto con la natura, faccio anche rugby e triathlon in gruppo. Nell’attività  sportiva cerco soprattutto la distribuzione capillare a tutte le persone della positività dello sport, e non l’aspetto negativo che molti cercano di trovarvi (perché troppo competitivo a volte). Lo sport è un buon mezzo per unire le persone.

Hai partecipato a proteste piuttosto animate…

Protestare è per me una consuetudine. Spesso mi trovo a difendere gli altri e i miei diritti: bisogna agire il più possibile affinchè le politiche antisociali non diventino stabili.  Nella nostra attuale società, in cui si standardizza ogni cosa, la cultura in tutte le sue forme e varietà scompare a favore della globalizzazione. È necessario fermare tutto questo.

Hai viaggiato moltissimo, qual è uno dei posti più belli in cui sei stato?

Non posso dirti che c’è un posto più bello di un altro. Ogni luogo è diverso e per questo bello a suo modo e, io non ho visitato tutto il mondo! Dunque, artisticamente parlando, Firenze mi fa impazzire veramente. Per la semplicità e l’ospitalità la Grecia credo che stia al primo posto. Per il calore e la cordialità della gente io scelgo l’Africa. E per i paesaggi, i tramonti, gli orizzonti io dico che Francia, Grecia, Spagna, Italia e Africa … ogni paese è meraviglioso e diverso!

Qual è il tuo spirito di viaggiatore, Arnaud?

Un giorno in un paese straniero è un giorno di scoperta, un giorno di arricchimento personale, un giorno in cui apro gli occhi e le orecchie e sento la vita e questo lo fanno anche tutte le persone che incontro nei miei viaggi. Un viaggio è meglio di una lezione di educazione o di storia. Si impara davvero a vivere e a rispettare le persone, anche se diverse da te.

E la Sicilia? Hai qualcosa da dire?

L’Italia è un bel paese, ricco di cultura e di paesaggi. Mi piace l’Italia anche se gli italiani automobilisti corrono come pazzi per le strade!! Ancora non conosco la Sicilia, ma aspetto con impazienza un prossimo viaggio.

Elena Minissale