Pubblicato il: 18 Febbraio, 2008

Per una nuova mitologia letteraria: Jeffrey Eugenides

E infine comprendemmo che le ragazze erano proprio donne camuffate, che capivano l’amore e anche la morte, e che il nostro compito consisteva semplicemente nel creare il rumore che sembrava capace di affascinarle” -Le vergini suicide- Quando, nel 1999, Sofia Coppola esordì alla regia, i dubbi erano molti, come sempre attorno agli appartententi di una famiglia famosa. Ma è bastato uno sguardo alle prime immagini del film per fugare ogni perplessità: Il giardino delle vergini suicide, interpretato da una strepitosa Kirsten Dunst, fu una rivelazione e ora Sofia, forte di successi come Lost in Translation e Marie Antoinette, viene considerata una brava regista affermata. Quella pellicola del ’99 contribuì a portare alla ribalta anche lo scrittore da cui è stata tratta la storia, il Jeffrey Eugenides autore del gioiello Le vergini suicide (1993) e vincitore del premio Pulitzer nel 2003 con la saga di Middlesex. Eugenides, nato a Detroit nel 1960 e di origini greche, possiede il sapore del mito e la forza che solo i grandi riescono a emanare. Il primo romanzo, di breve lunghezza, narra la complessa vicenda psicologica e formativa delle sorelle Lisbon nell’America degli anni Settanta, con uno stile rarefatto e languido sotto il quale si percepisce appieno lo stato d’animo delle “fanciulle in fiore” e delle loro ombre proiettate nel fulgore dell’adolescenza. Middlesex, che consta di una gestazione decennale, si presenta invece come una creazione imponente e mutevole tanto quanto il/la protagonista, l’ermafrodito Calliope/Cal, “prodotto” ultimo di una genealogia familiare che dalla Grecia del 1922 approda negli USA alla scoperta della propria identità sessuale e familiare, dietro la quale si cela l’amore incestuoso tra i genitori Lefty e Desdemona, fratelli di sangue. Attento osservatore delle dinamiche inerenti alla crescita, alla formazione consapevole dell’Io, alla nascita delle pulsioni e dei turbamenti, Eugenides è anche ineccepibile scrittore, uno dei pochi contemporanei capace di dar vita a personaggi e situazioni che potranno rimanere impressi nella memoria futura di generazioni di lettori, come un grande classico da rivedere e ripensare in quanto portatore di verità ed empatia. Iniziate a immergervi nel mondo di Lux Lisbon e delle sue sorelle, in modo da ricongiungervi nuovamente con i fremiti della giovinezza iniziatica e dolorosa, e proseguite con l’acquisizione della maturità e del retroterra personale attraverso le avventure trans -continentali, generazionali, sessuali- di Middlesex. Scoprirete un nuovo mondo.

Alice Briscese Coletti

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  1. Chiara ha detto:

    Middlesex l’ho letto qualche anno fa…spavento!

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