Pubblicato il: 13 Marzo, 2009

Piano, solo

piano_soloIl film si ispira ad una storia vera e racconta la vita di Luca Flores, un brillante musicista italiano figlio di un geologo di fama internazionale. I numerosi successi e i riconoscimenti musicali in Italia e all’estero non aiuteranno Luca a liberarsi dal peso di un passato opprimente e mai dimenticato che condizionerà, inevitabilmente, il suo tragico destino. Il film si apre con l’infanzia di Luca (Kim Rossi Stuart) che vive in Africa con la famiglia, mentre suo padre (Michele Placido) viaggia spesso per lavoro. Luca trascorre molta parte del suo tempo sulle bellissime spiagge del luogo, in compagnia della madre, una donna  di classe, e dei suoi tre fratelli con cui gioca e si diverte. Un giorno la loro felicità si spezza per sempre: la madre muore in un incidente stradale mentre Luca e la sorellina, che viaggiano in auto con lei, si salvano perché catapultati fuori dalla macchina prima dell’impatto fatale. La vita della famiglia Flores cambia radicalmente: i due fratelli maggiori vanno a studiare in Inghilterra, mentre Luca e la sorella Barbara (Paola Cortellesi) si trasferiscono in Italia. Luca diventa grande e a Firenze si diploma in pianoforte con il massimo dei voti: la musica diventa lo specchio della sua anima e attraverso di essa egli esprime sentimenti e stati d’animo che non riesce a comunicare in altro modo. Egli, infatti, è un ragazzo solitario, silenzioso, inerme: è solo attraverso la musica che riesce a “gridare”la sua sofferenza. Luca conosce alcuni ragazzi e crea, insieme a loro, un gruppo jazz che diventa il trampolino di lancio per nuove esperienze professionali e nuovi incontri. In un locale il giovane Flores conosce Cinzia (Jasmine Trinca) con cui ha una relazione, ma Luca vive imprigionato nel suo passato ed il ricordo sbiadito della morte della madre non gli dà pace: la sua vita sentimentale non riesce ad appagarlo e ben presto il suo legame con Cinzia si affievolisce, fino a spezzarsi. Il giovane sta scivolando lentamente verso la pazzia: anche la famiglia avverte in lui un senso di malessere che si trasforma in disagio psichico con episodi di autolesionismo. Luca è condotto in ospedale e si sottopone a sedute di elettroshock: le sue condizioni, col tempo, sembrano migliorare. Il giovane decide allora di tornare in Africa alla ricerca di se stesso, del suo passato e per esplorare, uno per uno, i suoi ricordi. Egli riesce a mettere insieme tutti i pezzi e a ricomporre il puzzle della sua vita: ma ciò che emerge è un’immagine di sofferenza per la morte della madre, insieme ad un latente senso di colpa. Luca si sente schiacciato dal peso di questi ricordi e, tornato in Italia, compie il gesto estremo, quello di porre fine alla sua vita. Le dolci note del pianoforte lo accompagnano verso la fine e la  musica resta il suo unico, grande testamento spirituale.

Francesca Squillaci

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