- Lo Schiaffo - https://www.loschiaffo.org -

Pino Maniaci nel libro nero di Cosa Nostra

Ancora una volta Pino Maniaci è sotto il bersaglio di vili attentati di stampo mafioso. Il giornalista partinicese, direttore dell’emittente televisiva Telejato, che il 29 gennaio era stato aggredito dal figlio minorenne del boss Vito Vitale, rimane ancora al centro della morsa mafiosa in un comprensorio, quello della provincia di Palermo, dove gli equilibri tra clan sono altamente instabili nella corsa al comando dei vari mandamenti in questa fase riorganizzativa per Cosa Nostra. A cadere davanti la vigliaccheria di qualche mafiosetto locale stavolta è stata la “Pino-mobile”, l’auto della redazione così soprannominata dai collaboratori dell’emittente perché indimenticabile compagna delle avventure dell’intraprendente cronista, protagonista di servizi scottanti su mafia, inquinamento e politica, che in questi anni gli sono costati ben 270 querele. Ignoti hanno aspettato che il giornalista si allontanasse dalla redazione nell’ora di cena per agire: un aspetto importante dal quale si può evincere come i suoi spostamenti siano controllati e come il suo nome sia pertanto tracciato sul libro nero di Cosa Nostra. Le fiamme, alimentate da una tanica di benzina, hanno completamente distrutto la parte anteriore dell’auto che si trovava posteggiata nei pressi dei locali di Telejato. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e le forze di polizia, nonché numerosi cittadini con in testa perfino il sindaco del paese. Oltre ai costanti servizi sulla malavita organizzata, ci si interroga cosa in particolare abbia fatto scattare l’agguato che per fortuna si è rivolto a oggetti, lasciando incolume Pino Maniaci. Le ipotesi sono essenzialmente due: alcuni giorni prima era andato in onda un servizio (Telejato è stata l’unico organo di stampa a catturare e diffondere la notizia) in cui si rendeva noto che Leonardo Vitale (fratello di Michele, che aveva malmenato il cronista qualche mese fa), uno dei figli di Vito Vitale, aveva ricevuto già la terza denuncia nel giro di qualche mese. Si era infatti appropriato indebitamente di un appezzamento di terreno di proprietà di un anziano agricoltore, che con coraggio aveva deciso di denunciarlo, oltre ad essere già noto alle forze dell’ordine per abusivismo edilizio (costruzione di una stalla) e allaccio abusivo ai danni dell’ENEL.  La seconda ipotesi riguarda invece sempre un servizio nel quale Pino Maniaci denunciava la libertà di Niccolò Salto, boss a passeggio nella limitrofa cittadina di Borgetto. Denunce e segnalazioni, come al solito, diffuse soltanto dall’emittente Telejato, che si è così trovata isolata in un contesto in cui la concorrenza alla tv citata si è trasformata in invidia del successo e cancro del giornalismo. Per contrastare gli sgambetti ai danni di Telejato, l’unica fonte di informazione veramente libera del comprensorio di Partinico, l’associazione Rita Atria aveva già avviato l’iniziativa “SIAMO TUTTI PINO MANIACI [1]“.

Gianluca Ricupati