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Red White & Blue

Erica è una ragazza sola, che vive in un appartamento fatiscente e passa le sue serate in giro per locali, cercando sempre qualcuno con cui trascorrere la notte. Sul suo stesso pianerottolo vive Nat, ugualmente isolato e con un passato difficile alle spalle. Tra i due nasce, lentamente e con difficoltà iniziali, un rapporto di fiducia e di affetto che subisce un duro arresto quando Erica scompare a causa di Franki e i suoi amici, aspiranti rock stars, che avevano condiviso con lei una serata a base di alcool e sesso…

Secondo lungometraggio del giovane regista inglese Simon Rumley, e presentato in vari festival in giro per il mondo tra cui il Ravenna Nightmare Film Fest 2010, “Red White & Blue” è un film estremamente crudo e difficile. Non è un horror nel senso letterale del termine, ma sicuramente affronta diversi orrori della vita: l’alienazione, le gravi malattie, le violenze fisiche e psicologiche, il suicidio fino alla più atroce sete di vendetta. Girato interamente ad Austin (il titolo è, infatti, un chiaro e grottesco richiamo alla bandiera americana, qui simbolo oscuro di meschinità e povertà) e avaro di dialoghi, questo film racchiude tutta la sua forza espressiva nelle immagini cupe e intrise di disagio. I protagonisti vivono in un mondo senza speranza e bellezza, continuamente alla ricerca di qualcosa (fama, serenità, futuro) che non sono destinati a raggiungere. Non si può non provare dolore e sgomento di fronte ai drammi dei suoi protagonisti, e le disgrazie arrivano ad essere assolutamente ridondanti e a volte non necessarie in un quadro già sfregiato e irrecuperabile.

Il respiro concesso nel finale giunge dopo un’apnea che sembra infinita: forse perché queste violenze sono troppo vicine alla realtà per rimanere impresse solo su una pellicola.

Mariangela Celiberti