Pubblicato il: 21 Maggio, 2010

Riscattare Cattaneo

Carlo CattaneoL’utopia di Carlo Cattaneo ci appartiene, non meno dell’Aria verdiana di Nabucco. L’averle devolute agli interessi separatisti ci ha condotto alle miserie del “Centocinquantesimo”. Qualcosa di peggio di questi centocinquant’anni. Repubblica e Federalismo contro centralismo sabaudo; stati Uniti d’Europa per accogliere una formazione politica consona alla natura italica, indelebilmente municipale. Sono riferimenti che vengono da lontano ma astratti dalla ricostruzione fattuale, ridotti a slogan per sospingere l’unità nazionale al collasso. La più ricca e puntuale testimonianza sul Risorgimento si deve proprio a Cattaneo: “Dell’Insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra”. Alla sua ultima edizione non ha pensato il Comitato per il 150°. Risale al 2001, quando il governo ha preferito appaltare il Bicentenario dell’economista milanese all’<<Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie>> della Giunta Formigoni. Il racconto della furia delle Cinque giornate e del tradimento di Carlo Alberto, pronto a sacrificare al legittimismo monarchico gli sforzi popolari per l’indipendenza, non sarebbero dunque affari di tutti gli italiani. E quali sarebbero i fatti nazionali, allora? Le congiure diplomatiche e la mediocrità di uno Stato senza qualità, appiccicato con lo sputo? Bisognerà spiegarlo, prima o poi: l’Italia del 150° guarda a se stessa come alla nazione di Mazzini, agitatore parolaio? Come all’Italia romantica e donchisciottesca di Garibaldi? Oppure è il paese che non deve risalire a Machiavelli per celebrare la modernità della propria cultura statale, l’Italia europea e positiva di Carlo Cattaneo? E poi: sarebbe stata davvero realizzabile una forma di stato diversa, un’unità nazionale senza il Savoia? Non lo sapremo mai, ma per la ricomposizione dell’identità nazionale è inderogabile un esercizio retrospettivo della memoria. Che resterà improbabile finché gli usurpatori di Cattaneo, con la testa più ai Balcani che alla Cispadana, saranno avversati soltanto da un manipolo di accademici, animati da volontarismo unitarista.

Enrico Sciuto

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