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“Sdraiami” di Berarda Del Vecchio

Smettila di parlare, tesoro:  sdraiami
Sdraiami. Non è l’invocazione disperata di una vecchia zitella in crisi ormonale ma il titolo dell’ultimo libro di Berarda Del Vecchio (Castelvecchi Editore, pagg.120, euro 10,00). Dopo il successo riportato con “L’adorazione del piede”, la scrittrice, romana, 29 anni, laureata in Lettere,  agente di moda, si diverte a provocare, a punzecchiare l’orgoglio e la vanità maschile, a suo parere assopiti o addirittura andati in letargo. Donne alla ricerca del punto G perduto. Davvero gli uomini di oggi non sono all’altezza della situazione? Il macho latino villoso e virile  è andato in estinzione. L’uomo col tempo si è rammollito, si imbelletta, si fa il lifting, si stira le rughe, si incipria, si fa la ceretta e si sparge addosso litri di acqua di colonia. E dove lo mettiamo l’afrore di selvaggio? Lo sfrigolio di un corpo in calore?  L’autrice gioca con tali paradossi. A una progressiva emancipazione femminile corrisponde una regressione maschile. Il maschio di oggi non sa più corteggiare la donna, non ha un linguaggio proprio, scimmiotta i divi della TV. Troppo edulcorato, troppo portato per le buone maniere. Nostalgia per il camionista coi baffoni e la canottiera sudata, unta d’olio col panino ai funghi morsicato mentre guidava. La Del Vecchio ci propone un’esilarante riflessione sul rapporto uomo-donna. La manualistica erotica fattura in Italia 30 milioni di euro l’anno,  pare che il 70% dei fruitori siano donne. Alberto Castelvecchi ha individuato il filone aurifero. I manuali di sesso invadono le librerie, ce n’è per tutti i gusti: sesso estremo, lezioni di preliminari, sesso orale, posizioni da triplo salto mortale; lancio dal lampadario, dal treno in corsa. Il kamasutra è diventato roba per educande. Tutti a voler dare lezioni. L’onorevole Vladimir Luxuria veste i panni dell’insegnante di sesso. In passato, per la verità, ci ha provato pure Giuliano Ferrara, con scarsi risultati. Le bretelle e il pancione prominente non lo rendevano molto credibile. Ci aspettiamo ciurme di signore assatanate, libro della Del Vecchio in mano, all’assalto dei propri partners per rivendicare i diritti perduti. Ho incontrato virtualmente Berarda, appena scesa dall’aereo,  fresca di ritorno dalle vacanze in Svezia , ha accettato di buon grado di fare questa chiacchierata sul suo libro, che sta riscuotendo grande successo ed è nelle vetrine di tutte le migliori librerie.  E’  un libro godibilissimo, che trasmette buon umore e sana allegria, letteratura d’evasione ma che tratta temi importanti quali il rapporto di coppia e la difficoltà tra i due sessi a comunicare.

Berarda, dal tam tam, ai telefonini, a internet. Gli strumenti di comunicazione dell’uomo nei secoli si sono evoluti.  Anche il sesso è  una forma di comunicazione, non è che magari in questa  società frenetica, dove bisogna sempre correre, sia passato agli archivi? Nel senso  che  bisogna fare di fretta e via? Rendendo tutto più spoetizzato?

R.   In parte purtroppo è vero. Di recente ho anche letto un articolo in cui si diceva che il sesso lo si fa più come uno sport per perdere le calorie magari trangugiate a cena che come forma di comunicazione tattile-olfattiva fra due persone che si attraggono. Le storie da una notte e via vanno anche bene, per carità, l’importante è che non si arrivi poi al dunque tropo stanchi o ubriachi da consumare il tutto in pochi minuti. Insomma non si può relegare il sesso solo a un semplice dessert, per me resta, e resterà per sempre, il piatto principale!

Il tuo libro sta riscuotendo grande successo. Qual è stata, a tuo parere, la molla che ha fatto scattare il passaparola tra i lettori?

R.  Credo che la maggior parte dei lettori sia composta da donne che si sono identificate almeno in una mia disavventura amorosa o in qualche racconto della mia adolescenza. Il libro è alquanto ironico e cerca di sdrammatizzare il più possibile su vicende che altrimenti sarebbero davvero tragiche. Magari chi lo ha letto l’ha visto anche come un piccolo manuale curativo per uscire da una storia andata male e allora lo ha consigliato a qualche amica. Per il pubblico maschile non so…magari si sono incuriositi di come una ragazza abbia avuto l’ardire di mettere in discussione la loro fin troppo osannata virilità.

Ci sono nel libro episodi della tua adolescenza, i primi amori, le esperienze della maturità, il tutto condito da una ventata di freschezza e di gioiosa scrittura. Pensi che molte ragazze si identificheranno nel libro? E molte signore mature lo leggeranno con nostalgia?

R.   Come ho detto prima ho ricevuto molti riscontri in tal senso. Le ragazze si autoidentificano e le donne un po’ più mature anche… quello che poi accomuna tutte sono le risate che si fanno leggendo il libro.

I vecchi ruoli si sono perduti, non più il maschio conquistatore e la donna che  difende le proprie virtù. Io parlerei di individui che hanno maggiori capacità di approccio e altri meno, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Non è più giusto così?

R.    Bhè questo c’è sempre stato. Il don Giovanni e l’imbranato come la fatalona e la timidona sono stereotipi che hanno comunque accompagnato, e accompagneranno, ogni generazione. Perciò credo che in realtà quello che manca oggi è il “classico” gioco dei ruoli che rende ogni relazione molto più intrigante e divertente.

Prova a immaginare questa scena: una donna entra in un bar, ordina una grappa e si accende un sigaro; poi nota il bel fusto appoggiato al bancone, lo palpa sul sedere e gli offre da bere. Vuol dire che si è raggiunta finalmente la tanto sospirata parità tra i sessi?

R.    Magari fosse così semplice…purtroppo non è così, se no non si parlerebbe di quote rosa, di diversi tipi di stipendio pur con lo stesso ruolo lavorativo, di diritti negati e via dicendo. Credo la strada per la parità fra i sessi sia ancora lunga anche se molte volte si crede, ingenuamente, di esserci già arrivati.

Salvo Zappulla