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Settanta acrilico trenta lana

Camelia vive a Leeds, la città in cui i suoi genitori avevano deciso di trasferirsi anni prima da Torino per lavoro. Il grigiore di un luogo che sembra conoscere una sola stagione, l’inverno, inghiottisce piano piano la sua vita di studentessa universitaria, e quella di musicista affermata di sua madre Livia, quando il padre Stefano muore in un incidente stradale. Le circostanze dell’incidente – l’uomo era, infatti, appartato in macchina con la sua amante – provoca rabbia e dolore in Camelia, isolamento e ostinato mutismo in Livia. Sentimenti che trascinano entrambe in un’esistenza silenziosa, priva di parole e di speranza…

Settanta acrilico, trenta lana è il romanzo d’esordio di Viola di Grado, ventitreenne siciliana laureata in lingue orientali e attualmente residente a Londra. Un esordio speciale per un romanzo cattivo.  E’questa la prima parola che può definirlo: il mondo di Camelia è un mondo difficile, rabbioso, privo di amore. Quell’amore che lei vorrebbe donare a Wen, ma che non viene corrisposto; l’amore, naturale propensione di una madre, che invece si trasforma in egoismo e apatia. Il futuro di Camelia è un enorme buco nero: proprio come quelli che si trovano dappertutto nella sua casa, e che sua madre inizia a fotografare continuamente. Il presente è una figura distorta, proprio come gli abiti che un sarto incapace abbandona nel cassonetto della spazzatura, e che lei raccoglie ed indossa. L’istinto di sopravvivenza che pervade Camelia, decisa ad abbandonare quella quotidianità senza parole, suoni e sprazzi di luce, la porta solo verso un’altra distruzione, un altro buco nero, ancora più grande dei precedenti. Non ci sono buoni sentimenti tra le pagine di questo romanzo, e spesso manca il respiro. L’autrice gioca con le parole e con le lingue in modo a volte straordinario, a volte ridondante. La lettura non è semplice: sia per l’enorme quantità di figure retoriche utilizzate, sia per la trama dalle tinte buie ed oscure. Un romanzo che è sicuramente novità ed originalità, ma che richiede impegno e comprensione da parte del lettore.

 

Mariangela Celiberti