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Sogni e delitti

Il film racconta la storia di due fratelli: Ian (Evan McGregor ) e Terry (Colin Farrell) che desiderano risolvere i loro problemi e dare una svolta alla loro vita. Ian è innamorato di una giovane e bella attrice (Hayley Atwell), ma non ha un lavoro stabile; Terry, invece, è un giocatore d’azzardo ed è sommerso dai debiti. La via d’uscita sembra arrivare con lo zio Howard (Tom Wilkinson), un ricco uomo d’affari, da sempre stimato dai due fratelli perché con le sue capacità imprenditoriali è riuscito a costruire intorno a sé un solido impero. I due raccontano allo zio i loro problemi ed egli si mostra ben disposto ad aiutarli, in cambio di un favore inaspettato: Ian e Terry devono eliminare un uomo. La richiesta dello zio semina perplessità nella mente dei giovani fratelli che, tuttavia, accettano. Il film indaga i sottili equilibri psicologici che si innescano in due menti “non criminali”: Ian e Terry, infatti, non sono dei killer professionisti, non conoscono i “trucchi del mestiere” e non sono equipaggiati per compiere la loro missione. Tuttavia, il desiderio di una vita migliore annienta qualsiasi dubbio ed essi compiono il loro destino.  “Sogni e delitti”, con la regia di Woody Allen, è stato presentato fuori concorso alla mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2007) ed è un film che va ad esaminare le dinamiche dell’esistenza, ovvero come le scelte sbagliate segnino inevitabilmente la vita delle persone. Il film, infatti, non si esaurisce nella descrizione della dinamica di preparazione del delitto e nella sua esecuzione, ma sposta il fulcro nella fase successiva, quando il gesto compiuto da Ian e Terry cambia la loro vita, finché non sopraggiunge il senso di colpa. Il sottile gioco psicologico si avverte maggiormente nel confronto tra i due giovani: uno dilaniato dal rimorso, l’altro insofferente, ma non pentito del gesto compiuto. I diversi modi di percepire la vita e l’esistenza minano il legame tra i due fratelli, dando vita ad una serie di episodi ingiustificati e ingiustificabili. Woody Allen riesce a coniugare sapientemente gioie e dolori, a dosare gli “ingredienti” di suspense e a creare delle ambientazioni tranquille, spesso in contrasto con la trama del film. Il finale non è raccontato in forma esplicita, ma è affidato alle capacità critiche dello spettatore, a cui sono stati consegnati tutti gli elementi per la soluzione della storia. Tuttavia, sorge spontanea una domanda: “Cosa saremmo disposti a fare per realizzare i nostri sogni?”.

Francesca Squillaci