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The presence

Una donna si reca nello chalet di famiglia, immerso nel verde e completamente isolato, senza energia elettrica né acqua corrente, in cerca della tranquillità necessaria per poter portare a termine il proprio libro. Quando arriva il suo fidanzato a sorpresa, chiedendole di sposarlo, la situazione cambia: lei diventa irascibile, nervosa e violenta. Qualcosa inizia a tormentarla. La casa è infatti infestata da strane presenze, che cercano di separare la coppia con ogni mezzo …

The Presence, film diretto dal regista esordiente Tom Provost, stupisce per la noia e l’assoluta mancanza di interesse che riesce a suscitare nello spettatore. La trama è confusionaria e debole, i dialoghi – quei pochi che ci sono, dato che buona parte del film trascorre nel silenzio – sono ridicoli e quasi surreali. Non ci sono momenti di terrore né di tensione e la presenza dei fantasmi è palesata fin dal primissimo fotogramma: espediente che contribuisce ad eliminare qualsiasi rischio di suspence. L’unico elemento di paura è regalato dalla visione del “bagno” in legno, una sorta di “dependance” fatiscente come si usava all’inizio del novecento, contro cui finisce sempre un uccello o che viene “spostato” dal vento in piena notte, proprio quando uno dei due protagonisti è costretto a ricorrervi… Agghiacciante. La sola nota positiva è rappresentata dal paesaggio, che comunque è  molto suggestivo e potrebbe invogliare a scegliere la montagna americana come meta per le proprie vacanze. Viene da domandarsi come Mira Sorvino, attrice americana conosciuta ed apprezzata in altre pellicole, possa aver recitato e prodotto un film insulso e insignificante come questo. Una specie di brutta copia della serie “Ghost Whisperer”. Da evitare, o al massimo da utilizzare come rimedio per una forte insonnia.

 

Mariangela Celiberti