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Torrisi (PDL): «La rissosità penalizza il governo»

E’ il 29 Ottobre. Salvo Torrisi, deputato nazionale del PDL, spiega che il rapporto con l’MPA non è più recuperabile. Sullo sfondo, la lunga lista delle emergenze nazionali.

On. Torrisi, l’ISTAT dice che il ricorso alla CIG (Cassa Integrazione Guadagni) straordinaria e alla CIG in deroga, nel I semestre dell’anno, è cresciuto del 252%. Considera sufficiente lo strumento degli ammortizzatori in deroga per far fronte alla crisi?

L’Italia ha saputo fronteggiare la crisi in maniera più efficace di tanti altri stati, il sistema ha tenuto. Adesso c’è bisogno di una capacità di ripresa e di sostegno allo sviluppo. Bisogna mettere in campo delle misure per il Mezzogiorno, visto che il Nord del paese presenta degli indici di crescita pari o superiori a quelli degli altri paesi dell’Europa occidentale. La strada giusta consiste nelle agevolazioni fiscali alle imprese che vengono a investire. Dobbiamo anche recuperare le differenze sul piano infrastrutturale. E serve una grande assunzione di responsabilità da parte della classe dirigente, che deve mettere in campo una strategia di sviluppo, rinunciando a una politica di tipo assistenziale. Su questo la classe politica meridionale si dimostra sino ad oggi inadeguata. Lo è per l’eccesso di litigiosità, che impedisce di spendere le risorse; e lo è per mancanza di credibilità.

Un anno fa, è stata bocciata in Parlamento la proposta di istituire un assegno mensile di disoccupazione per i lavoratori sprovvisti di ammortizzatori sociali. Riconsidererete l’idea?

Gli ammortizzatori sociali sono già stati attivati più massicciamente che in passato. Permane certamente una situazione di difficoltà, ma bisogna piuttosto puntare su interventi capaci di creare sviluppo stabile e duraturo. Dobbiamo sostenere le iniziative imprenditoriali nel sud, un’area il cui sviluppo può passare solo attraverso una politica di valorizzazione del territorio.

Nella provincia etnea la crisi occupazionale ha il volto dell’ST e delle tante aziende dell’indotto. Sull’iniziativa di “Micron” pesano strategie di finanza globale, ma la classe politica siciliana non pare essersi adeguatamente esposta.

Qualche giorno fa, il sottosegretario allo Sviluppo economico Saglia ha visitato il sito catanese. Ha ribadito l’impegno da parte del governo e della maggioranza a salvaguardare i livelli occupazionali e a favorire nuove opportunità di sviluppo. Su questo sarà necessario uno sforzo concorde di tutte le rappresentanze parlamentari, anche d’opposizione. La vicenda, assicuro, è sempre e continuamente monitorata.

In Italia oltre un quarto dei giovani sono disoccupati. Al Sud la situazione è ancor più drammatica. Il governo regionale si starebbe attrezzando per modificare il sistema della formazione professionale. Qual è la posizione del PDL?

La formazione professionale in Sicilia non ha prodotto nulla di funzionale all’occupazione e allo sviluppo. Anche qui hanno prevalso clientele e assistenzialismo. Bisogna tornare a investire sui settori ove vi è richiesta. Penso ad alcune attività artigianali che sono state abbandonate. Colpevolmente, perché vi permane una forte domanda di manodopera.

C’è poi il problema dei precari. A quando la più volte annunciata riforma degli ammortizzatori sociali?

Ci sono in campo varie proposte, ma noi della maggioranza dobbiamo fare i conti – come chiunque si troverà a governare – con il terzo debito pubblico del mondo. E’ questo il macigno che ci impedisce di procedere alla realizzazione di queste e molte altre riforme. Il debito pubblico, assieme all’evasione fiscale. Secondo studi recenti la platea dei precari dovrebbe ridursi, sin quasi all’esaurimento, intorno al 2017…

Sono 1500 i precari prossimi all’espulsione da scuole e università, nella sola provincia etnea…

Nessuno voleva penalizzarli. Sappiamo tutti che il rapporto fra personale e popolazione scolastica era al di sopra della media europea. C’è dunque una situazione di difficoltà circa le risorse. Certo, bisognerà farsi carico di questo personale in sovrannumero, fino al suo esaurimento. Nel frattempo studieremo delle soluzioni.

Secondo l’ISTAT il saldo del Bilancio statale è passato da un +2,4% del II trimestre del 2007 a un deficit dello 0,5% di adesso. Esiste un problema “conti pubblici”, alla luce dei dati sul sommerso?

Il problema vero è la difficoltà politica. La rissosità impedisce di fronteggiare i problemi. Oggi esiste un problema di tenuta della maggioranza, e questa difficoltà penalizza la capacità di governo.

Enrico Sciuto